Nazionali (ministero)
Cooperazione tecnico-scientifica con lo IAMB (BA) per la caratterizzazione geneticomolecolare di isolati di Xylella fastidiosa
Ente finanziatore: risorse dei ricercatori
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia, PhyDia srl
Durata: 2018 – 2022
Abstract
Xylella fastidiosa subspecies pauca, the causal agent of the Olive Quick Decline Syndrome (OQDS), is among the most serious phytopathological emergencies in progress nowadays. In Italy, in the Apulia region, hundreds of thousands of hectares of olive groves have been harshly affected since the first report in 2013. The disease could theoretically affect all the olive growing area where suitable environmental conditions for the pathogen exist, such as the entire Mediterranean basin,
including North Africa and Middle East, but also South America, where the disease was already reported in Brazil and Argentina.
The aim of this research is the development of a molecular diagnostic tool, whose application can provide indications about the dynamics and diffusion pathways of the pathogen, crucial to strengthen measures counteracting the disease spread.
Pubb UNITUS – DAFNE
Giorgio Mariano Balestra, Yaseen Jundi Rahi, Maria Claudia Taratufolo, Serena Ciarroni, Vincenzo Tagliavento, Franco Valentini, Anna Maria D’Onghia, Angelo Mazzaglia (2018). IDENTIFICATION OF TANDEM REPEATS LOCI FOR PROSPECTIVE XYLELLA FASTIDIOSA SUBSP. PAUCA GENOTYPING. (4-7 June 2018, Florenze (I) IOBC OILB WPRS/SROP 8th IOBC-WPRS meeting on “Integrated Protection of Olive Crops”.
Nazionali (ministero)
NanotEcnologie chiMiche green per la protEzione Sostenibile delle pIante (NEMESI)
Ente finanziatore MIIUR (Piano Nazionale della Ricerca, PNR – Chimica verde)
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. Mazzaglia, PhyDia srl
Durata 2018– 2022
Abstract
L’Area si riferisce alle innovazioni di prodotto e di processo relative alle bioraffinerie, alla produzione e all’utilizzo di prodotti biobased, biomateriali e combustibili nuovi o innovativi da biomasse forestali o agricole dedicate e da sottoprodotti e scarti della loro produzione, nonché da sottoprodotti e scarti della produzione e lavorazione della filiera animale.
Si punta quindi alla realizzazione di un prodotto e un processo che possa portare alla produzione e utilizzo di prodotti biobased / biomateriali nuovi o innovativi da biomasse forestali o agricole dedicate e da sottoprodotti e scarti della loro produzione.
Obiettivo del progetto è quello di valutare l’esito delle interazioni tra il/i nanovettori derivati dalla attività svolta nei confronti di differenti parassiti (con particolare attenzione a quelli batterici come Xylella fastidiosa) sia da soli che legati a diversi principi attivi di origine naturale.
Partenariato conversione territoriale filiera corilicola e castanicola
Misura 16 – Cooperazione / Focus Area 5E/Forestale (D.G.R. 736 del 28/05/2018)
Tipo Intervento 16.1.1 – Costituzione e gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura
Tipo Intervento 16.2.1 – Realizzazione di progetti pilota e sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie
Tipo Intervento 8.1.1 – Imboschimento di terreni agricoli e non agricoli – Gruppi Operativi
Tipo Intervento 8.2.1 – Realizzazione di sistemi silvopastorali e impianto di seminativi arborati – Gruppi Operativi
GO PEI-AGRI CARTER – conservazione e sequestro del CARbonio nel TERreno
Biochar e nuove superfici forestali: binomio vincente per la conservazione e sequestro del carbonio nel terreno – (Decreto Finanziabilità n. 791 del 05/04/2019)
Soggetto capofila CONFAGRICOLTURA ROVIGO
Partners: CASARIA SOCIETÀ AGRICOLA SEMPLICE, TOMMASI MARA, CALZA UGO, PIPPA GIAN LUIGI, MAZZONI LUIGI, FINCO FABIO ANDREA, AZIENDA AGRICOLA DAL SOGLIO LORENZA, RIZZATTI CLAUDIO E FIGLIO S.S. SOCIETÀ AGRICOLA, BERTIN GIANLUCA, AZ. AGR. COLOMBARA, S.S., DONATO GIANMARCO, IL FRUTTETO DI SAN MARTINO S.S. DI REATO TOMMASO, SOCIETÀ AGRICOLA GIOGIA S.S., CONSIGLIO PER LA RICERCA IN AGRICOLTURA E L’ANALISI DELL’ECONOMIA AGRARIA – CENTRO DI RICERCA FORESTE E LEGNO, ASSOCIAZIONE PEFC ITALIA,UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA – DIPARTIMENTO DAFNE, CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE – ISTITUTO DI RICERCA SUGLI ECOSISTEMI TERRESTRI
Finalità il progetto si pone come obiettivo principale quello di accrescere la superficie a pioppeto e ad altre forme di arboricoltura da legno sui suoli agricoli, cercando di coniugare la produzione di assortimenti pregiati con lo stoccaggio e la conservazione del carbonio nel suolo. Tale conservazione avviene mediante l’uso del biochar come ammendante organico, prodotto attraverso l’uso degli scarti di utilizzazione delle predette superfici.
Risultati previsti: aumento dell’uso dei cloni MSA del pioppo rispetto alle norme dei Bandi regionali; utilizzo degli scarti di utilizzazione e dei residui di potatura per la produzione di biochar; uso del biochar come ammendante organico.
Importo complessivo finanziato: € 684.915,72
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2014-2020
Organismo responsabile dell’informazione: Confagricoltura Rovigo
Autorità di gestione: Regione del Veneto – Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste
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WEBINAR DEL 25/02/2021
Il progetto è finalizzato alla raccolta di dati di presenza/abbondanza della beccaccia, rilevabili mediante l’adozione del “Protocollo standard nazionale”3,
attraverso un approccio scientifico. Il progetto ha ricevuto il parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA),
ed è stato autorizzato dalla Direzione Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Caccia e Pesca della Regione Lazio, …….. leggi tutto
Cartografia Unità di campionamento Programma
UC ATC FR1 (Mappa//Foto) | Relazione Finale |
UC ATC FR2 (Mappa//Foto) | Allegato I° Beccaccia I° Parte |
UC ATC LT1 (Mappa//Foto) | Allegato II° Beccaccia II° Parte |
UC ATC LT2 (Mappa//Foto) | Allegati 3-10 |
UC ATC RI1 (Mappa//Foto) | Allegati 11 – 18 |
UC ATC RI2 (Mappa//Foto) | Allegato 19 |
UC ATC RM1 (Mappa//Foto) | Allegato 20 |
UC ATC RM2 (Mappa//Foto) | Allegato 21 |
UC ATC VT1 (Mappa//Foto) | |
UC ATC VT2 (Mappa//Foto) |
Sfarinati di FRUMento tenero ad alto tenore di amILOSIO per lo sviluppo di prodotti da forno e pasta fresca ad alta valenza dietetico-nutrizionale, sensoriale e ambientale (FRUMILOSIO)
(finanziato dalla Regione Lazio “L.R. 13/2008 – art. 7 Progetti di Gruppi di Ricerca”, importo concesso 150.000 €)
L’obiettivo del Progetto FRUMILOSIO consiste nella realizzazione di alimenti funzionali ad elevato valore nutrizionale, sensoriale e basso impatto ambientale.
Le attività principali previste dal Progetto prevedono la moltiplicazione in campo dei frumenti “high amylose” (non OGM) e la loro caratterizzazione biochimica; test reologici e la messa a punto di protocolli per la produzione di pane, prodotti da forno e pasta con farine “high amylose”; valutazione della qualità nutrizionale, sensoriale/accettabilità e dell’impatto ambientale della produzione di pane e pasta.
La realizzazione di pane, prodotti da forno e pasta con frumento tenero “high amylose” ha molteplici ricadute nel contesto socio-economico regionale (comparto prodotti da forno- fornai/panifici e pasta fresca-pastifici). Questi prodotti, oltre ad avere un elevato valore dietetico-nutrizionale, sono altamente innovativi: ad oggi non sono presenti sul mercato mondiale prodotti con queste caratteristiche.
Il Progetto è coerente con la Smart Specialisation Strategy S3 della Regione Lazio; in particolare, ricade nell’area di specializzazione Agrifood intesa come filiera agroalimentare nel suo complesso.
Il Gruppo di Ricerca è costituito da 3 Unità di Ricerca (UR) e da un consulente:
UR1
Prof Domenico Lafiandra SSD AGR/07 Genetica Agraria, coordinatore del progetto, ha maturato una esperienza considerevole nel miglioramento genetico per caratteristiche tecnologiche e nutrizionali del frumento
Dr Francesco Sestili SSD AGR/07 Genetica Agraria ha un’intensa esperienza nella manipolazione genetica e nello studio delle proprietà dell’amido in frumento
UR2
Prof Mauro Moresi SSD AGR/15 Scienze e Tecnologie Alimentari ha competenze considerevoli sulla valutazione dell’impatto ambientale dei nuovi prodotti e sulla valutazione della qualità fisico-sensoriale della pasta cotta
Dr Emanuele Blasi SSD AGR/01 Economia Agraria, studio delle relazioni tra produttori e consumatori legati alla filiera agroalimentare dei cereali; rilevazione dei processi e stima dei costi di produzione e budgeting
UR3
Prof Emanuele Marconi SSD AGR/15 Scienze e Tecnologie Alimentari, Direttore Centro InterAteneo di Eccellenza per la Ricerca e l’Innovazione su Pasta e Cereali Trasformati (CERERE) e Presidente dell’Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali (AISTEC) ha riconosciuta esperienza e competenza nel settore della trasformazione dei cereali e dello sviluppo di alimenti funzionali
UCBM (Consulente)
Università Campus Bio-Medico di Roma. Resp. scientifico Prof Laura De Gara SSD BIO/04 Fisiologia vegetale ha una lunga esperienza nello studio di molecole bio-attive di origine vegetale e del loro ruolo in ambito nutrizionale nella prevenzione di patologie.
I membri del Gruppo di Ricerca hanno competenze disciplinari specifiche e complementari che ben si integrano per il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel Progetto.
Biotecnologie enzimatiche innovative per processi di chiarifica sostenibili nel settore birrario – (BioEnBi)
(finanziato dalla Regione Lazio “L.R. 13/2008 – art. 7 Progetti di Gruppi di Ricerca”, importo concesso 149.613 €)
L’obiettivo del Progetto BioEnBi è di sviluppare un processo biotecnologico innovativo e sostenibile, da applicare nel settore birrario, per la produzione di birre limpide di alta qualità, in alternativa al metodo convenzionale basato sull’impiego di coadiuvanti di chiarifica aspecifici ad alto impatto ambientale.
Il processo biotecnologico innovativo/sostenibile prevede l’applicazione di biocatalizzatori enzimatici food-grade, ad azione haze-preventing cooperativa, in bioreattore continuo a letto fluidizzato. Il pool di enzimi immobilizzati sarà in grado di rimuovere in modo selettivo ed altamente specifico le molecole responsabili dello sviluppo di torbidità a freddo e di torbidità permanente.
Il Progetto è coerente con la Smart Specialisation Strategy S3 della Regione Lazio; in particolare, ricade nell’area di specializzazione Agrifood intesa come filiera agroalimentare nel suo complesso.
Il processo biotecnologico innovativo haze-preventing mira a favorire la riqualificazione del settore birrario, rafforzandone la competitività nell’ambito del settore produttivo laziale mediante l’applicazione di 2 Key Enabling Technologies – KETs (Biotecnologie e materiali avanzati).
Il Gruppo di Ricerca è costituito da 2 Unità di Ricerca (UR), un Partner Industriale ed un consulente:
UR1
Prof Marco ESTI, AGR/15 Scienze e Tecnologie Alimentari, coordinatore del progetto, si occupa di Biotecnologie per l’industria alimentare, e di tematiche inerenti lo sviluppo di nuovi prodotti e nuovi processi per il miglioramento della qualità e sicurezza degli alimenti.
Dr.ssa Katia LIBURDI, AGR/15 Scienze e Tecnologie Alimentari, ha maturato una notevole esperienza nella caratterizzazione ed applicazione di enzimi liberi ed immobilizzati a differenti matrici alimentari.
UR2
Prof.ssa Ilaria CACCIOTTI, ING-IND/22 Scienza e Tecnologia dei Materiali, svolge attività di ricerca nell’ambito di tematiche inerenti la Scienza e Tecnologia dei Materiali per applicazioni in diversi settori, in particolare biomedicale e del food packaging ecosostenibile.
Partner Industriale
Birrificio collocato nella regione Lazio che ospiterà, presso il suo sito di produzione, un impianto pilota con l’obiettivo di validare il trattamento in bioreattore su scala industriale, applicandolo a differenti tipologie di birra.
Consulente
FT&PARTNERS Srl promuoverà la diffusione dei risultati sperimentali finali del presente progetto tramite partecipazione a Congressi Nazionali ed Internazionali e la pubblicazione sulle principali riviste internazionali del settore, favorendo la disseminazione delle conoscenze attraverso l’utilizzo della modalità Open Access.
La collaborazione tra enti di ricerca e aziende attive a livello regionale risulterà strategica ai fini dello scopo ultimo del progetto, che consiste nella riqualificazione del settore birrario e nel rafforzamento della competitività nell’ambito del settore produttivo laziale mediante l’applicazione di processi biotecnologici innovativi e sostenibili, rientranti nell’ambito delle Biotecnologie bianche.
Coordinatore: Prof. Marco Esti
Progetto LabCIMEO
:
An algorithm development and a field laboratory for Crop Irrigation Management using EO data
PARTECIPANTI:
Durata: 18 mesi
L’obiettivo del progetto è quello di realizzare un laboratorio di pieno campo, attrezzato con sensoristica innovativa facente capo all’Internet of Things (IoT), integrata in wireless sensor network (WSN) e di una piattaforma open-access per lo scambio dei dati, che consenta lo sviluppo, la calibrazione e la validazione di algoritmi innovativi per la stima di variabili d’interesse agricolo ed ambientale da piattaforme di telerilevamento.
Il progetto labCIMEO propone un innovativo approccio di fusione dei dati multi-sensore per una migliore valutazione della stima dell’umidità e delle variabili biofisiche del suolo e della vegetazione. Sfruttando le sinergie di più sensori di osservazione della Terra (EO) dallo spazio, il progetto incorporerà informazioni di telerilevamento nel campo del visibile (VSWIR), infrarosso termico (TIR) e microonde (RADAR).
La WSN sarà installata all’interno dell’azienda agricola Maccarese Spa che da anni ha collaborazioni con l’Università della Tuscia.
Monitoraggio di BIoinoculi e AnaLIsi degli effetti sulle specie ENdemIche (Microbi ALIENI)
Il dipartimento DAFNE ne è partner ed ha come responsabile scientifico Prof. Giuseppe Colla (giucolla@unitus.it) (Flyer). Il progetto ha l’obiettivo di valutare la persistenza in suoli agrari coltivati a pomodoro da industria del Trichoderma, fungo benefico introdotto con la tecnica di coltivazione, e la sua influenza sulle comunità batteriche e fungine endemiche del suolo. I microrganismi benefici sono infatti utilizzati nell’agricoltura moderna per il vantaggio significativo sulle produzioni e sulla sostenibilità del sistema agricolo. Per il tracciamento e la quantificazione del bioinoculo fungino sarà messo a punto un protocollo basato su sistemi di sequenziamento del DNA di terza generazione (Oxford Nanopore Technology, ONT) (poster).
Progetto “NOVIPOM” – Regione Lazio
Nuove varietà tipiche di pomodoro con migliorate caratteristiche agronomiche e di qualità (NOVIPOM)
(finanziato dalla Regione Lazio, “Gruppi di ricerca 2020” – Det. n. G04052 del 04/04/2019 POR FESR LAZIO 2014 – 2020 – Codice Progetto POR A0375E0141 importo concesso 149.816 €)
Il progetto NOVIPOM è articolato in 2 WP: 1. Breeding innovativo; 2. Qualità, serbevolezza e resistenza a malattie, che saranno svolti dalle tre unità operative coordinate da:
Giovanni Giuliano (ENEA), è il Coordinatore scientifico dell’intero progetto e del WP1. Dirigente di Ricerca ENEA, ha 39 anni di esperienza nella ricerca sulla genetica molecolare vegetale. È coautore di >150 pubblicazioni internazionali peer-reviewed. Attualmente coordina il progetto UE “Linking genetic resources, genomes and phenotypes of Solanaceous crops“ (www.g2p-sol.eu) e il WP4 del progetto UE “Harnessing the value of tomato genetic resources for now and the future” (harnesstom.eu/en/). È Associate Section Editor di BMC Plant Biology e ha partecipato ai progetti genoma del pomodoro, della patata, della melanzana e del caffè.
Andrea Mazzucato (UNITUS-DAFNE), coordinatore del WP2, è professore associato di Genetica Agraria presso UNITUS. Ha un’attività di ricerca di oltre 25 anni nel campo del miglioramento genetico delle piante e della genetica molecolare delle specie coltivate, concentrata principalmente sul sistema riproduttivo, le sue modificazioni di interesse applicato, la caratterizzazione morfologica e molecolare di varietà autoctone di specie vegetali ed il miglioramento per qualità del pomodoro. Ha pubblicato oltre 50 articoli di ricerca su riviste ISI ed è stato coinvolto in progetti e contratti nazionali (14), internazionali (4), con enti pubblici (7) e aziende private (10). Ha depositato i marchi commerciali “Sun Black” e “Tomantho” e presentato domanda di privativa di due varietà di pomodoro.
Giulia De Lorenzo (BBCD-SAPIENZA), Responsabile dell’OdR UniRoma1, parteciperà al WP2. È professoressa di prima fascia di Fisiologia vegetale e ha esperienza pluridecennale nel campo delle interazioni pianta-patogeno e dell’immunità vegetale, con un’attenzione particolare al ruolo della parete cellulare. E’ responsabile del laboratorio di Fisiologia vegetale, Coordinatrice del Corso di Dottorato in Biologia Cellulare e dello Sviluppo e autrice di più di 150 pubblicazioni, la maggior parte su riviste internazionali “peer reviewed”. Ha depositato due brevetti che sono stati estesi al Brasile e agli Stati Uniti.
I membri del Gruppo di Ricerca hanno competenze disciplinari specifiche e complementari che si integrano per il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel Progetto.
Re-WASTE – Utilizzo alternativo degli scarti agroalimentari in un contesto di economia circolare – Ente Finanziatore: “Gruppi di ricerca 2020” – POR FESR Lazio 2014-2020 – Azione 1.2.1 – approvato con Determinazione n. G08487 del 19/07/2020- pubblicato sul BURL N.93 del 23/07/2020 – modificato con Determinazione n. G10624/2020- pubblicato sul BURL n. 116 del 22/09/2020.
Durata: 24 mesi
CUP: J89J20001570005
Contributo concesso: € 144.430,00
Responsabile scientifico: Prof. Andrea Colantoni (UNITUS_DAFNE)
Partecipanti:
U.R. 1 – UNITUS_Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali: Prof. Daniel Savatin
U.R. 2 – UNIROMA1_ Dipartimento di Biologia e Biotecnologie CHARLES DARWIN: Prof. Simone Ferrari (Link)
Descrizione del progetto
Re-Waste propone un approccio di economia circolare per valorizzare gli scarti organici del Lazio, trasformandoli in risorsa per l’agricoltura. Sprechi importanti nella filiera agroalimentare riguardano le fasi di distribuzione e consumo presso ristorazioni collettive. Inoltre, la produzione di verdura e ortaggi origina scarti vegetali da considerarsi rifiuti speciali. Re-Waste propone di convertire i rifiuti delle mense e delle aziende agricole in fertilizzanti, ammendanti e fitofarmaci a basso costo e basso impatto ambientale attraverso la loro trasformazione, in sede di produzione, in un residuo secco a volume ridotto, il cui utilizzo come fertilizzante o induttore delle difese naturali delle piante contro i patogeni sarà valutato. Oligosaccaridi bioattivi presenti nel residuo potranno essere ulteriormente valorizzati come fitosanitario “verde”, contribuendo alla sostenibilità economica ed ambientale sia della gestione degli scarti delle mense che dell’agricoltura nella Regione.
Your gateway to the EU, News, Highlights | European Union
Discover how the EU functions, its principles, priorities; find out about its history and member countries; learn about its legal basis and your EU rights.
www.europa.eu
In costruzione
“SICILNUT – Razionale meccanizzazione della nocciolicoltura con particolare riguardo alle aree declivi presenti nelle regioni corilicole italiane ed in particolare in quella siciliana”
La divulgazione è parte integrante del progetto e sarà misurata in quantità e risultati.
La gestione del rischio nelle lavorazioni agricole meccanizzate: analisi dei requisiti di sicurezza per la protezione del conducente e del passeggero contro il pericolo di capovolgimento nei trattori agricoli o forestali
Tra i risultati attesi vi è anche la realizzazione di materiale formative e informativo (opuscoli, linee guida, pagine web di illustrazione del progetto collegate ai siti istituzionali e scaricabili on-line).
“Valorization of Italian OLive products through INnovative analytical tools (VIOLIN)”
Ente finanziatore: AGER
Unità di Ricerca: Prof. Luca Santi (Responsabile); Prof.ssa Roberta Bernini (Partecipante)
Durata (data di inizio/data di fine): 15/03/2017 – 15/03/2020
VIOLIN – VAlorization of Italian OLive products through INnovative analytical tools è un progetto di ricerca sostenuto dalla fondazione Ager con un milione di euro che punta a valorizzare l’olio extra vergine di oliva, i sottoprodotti della lavorazione e la creazione di una cultura dell’olio italiano di qualità.
il progetto è coordinato a livello nazionale dall’Università di Messina e vede la partecipazione dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, l’Università degli Studi di Torino, la Fondazione Edmund Mach, l’Università degli Studi del Sannio, l’Università della Tuscia, l’Università degli Studi di Genova, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, e l’Università degli Studi di Verona.
L’Unità di Ricerca del DAFNE è coinvolta nella valorizzazione dei prodotti di scarto della lavorazione delle olive da cui è possibile estrarre composti a spiccata attività biologica per l’industria cosmetica, farmaceutica e dell’integrazione alimentare (nutraceutici).
INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PER MIGLIORARE I PROCESSI PRODUTTIVI E LE QUALITÀ NUTRACEUTICHE E SALUTISTICHE DEI PRODOTTI DI SPECIE VEGETALI DEL TERRITORIO LAZIALE (MIGLIORA)
Ente finanziatore: FILAS – REGIONE LAZIO
Unità di Ricerca
Responsabile scientifico Prof. Eddo Rugini
Partecipanti: Prof. Rosario Muleo, Prof. Ciro De Pace, Prof. Raffaele Saladino, Prof. Lello Zolla, Dott.ssa Roberta Meschini, Prof.ssa Francesca Romana Velotti, Prof. Andrea Mazzucato, Prof. Massimiliano Fenice, Dott. Massimo Muganu, Dott. Francesco Sestili, Prof. Mario Pagnotta, dr Di Filippo Alfredo, prof. Leonardo Varvaro, Prof. Anna Carbone , Prof. Gabriele Dono
Durata (data di inizio/data di fine): 01/12/2015 – 30/06/2018
Il progetto incontra gli interessi dalle imprese del territorio che necessitano prodotti e processi sostenibili ed innovativi con un migliore mix di qualità, tipicità e innovazione. Il progetto si avvale di competenze interdisciplinari da docenti con qualificata esperienze e di strumentazioni e tecnologie moderne. Il progetto salvaguarda colture tipiche laziali dalle avversità ambientali e/o dal degrado dovuto all’obsolescenza dei sistemi colturali e varietali che ne riducono la convenienza economica, con il precipuo obiettivo di mantenere la tipicità e la qualità, riducendo così il rischio di abbandono per la concorrenza internazionale, capace di sfruttare i benefici delle innovazioni varietali e tecnologiche. Le specie presenti nel progetto caratterizzano il paesaggio laziale (olivo, nocciolo, frumento duro, vite) e altre meno tipiche (pomodoro, carciofo e melo), nell’insieme, con i loro prodotti qualificano il Made in Italy, incrementando reddito e sviluppo socio/economico del territorio. Il progetto fornirà portinnesti che riducono la vigoria della cv Canino in primis, cvs migliorate di nocciolo generate dalla TGR e cv di vitigni locali più tolleranti a peronospora, varietà di pomodoro, frumento e melo con frutti a polpa rossa, migliorate per caratteristiche nutraceutiche e salutistiche. Fornirà tecniche e processi per la propagazione per talea di ramo, nocciolo, e per seme ibrido, carciofo, per sviluppare un vivaismo moderno. Concorrerà a risolvere problematiche ambientali dovute al trattamento e sversamento di reflui di lavorazione agroalimentari quali i reflui elaiotecnici, dovuti al sistema di estrazione classico e del patè generato dalla molitura a due fasi. Il progetto trova il suo completamento nella valutazione dell’impatto delle modifiche introdotte nei processi produttivi e nelle varietà selezionate sui costi di produzione, sul livello di redditività e sull’accettabilità da parte del consumatore delle nuove caratteristiche delle linee selezionate. Zonizzazione bioclimatica e impatto di lungo periodo dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi della Regione Lazio (mappe sinottiche degli impatti ed effetto degli estremi climatici) necessari per selezionare nuovi genotipi adatti ai futuri scenari climatici. Test antimicrobici da estratti di organi o tessuti di nocciolo e test di resistenza su linee di pomodoro.
Il Cinipide nei castagneti del Lazio: progetto per valutare e valorizzare piante autoctone di C. sativa resistenti all’imenottero galligeno”
Ente finanziatore: ARSIAL
Unità di Ricerca
Responsabile scientifico Prof. Eddo Rugini
Partecipanti: Dott. Valerio Cristofori, Dott. Cristian Silvestri, Dott. Doriano Vittori
Durata (data di inizio/data di fine): 15/05/2017 – 15/05/2019
Il castagno europeo (Castanea sativa Miller) è una specie estremamente longeva in aree vocate a limitata incidenza di attacchi patogeni e parassitari quali l’agente del cancro del castagno (Cryphonectria parasitica (Murril) Barr), il mal dell’inchiostro (Phytophthora cinnamomi Rands), e il cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus). Quest’ultimo è un imenottero fitofago che induce la comparsa di galle su germogli e foglie a partire da gemme colpite nelle quali le larve svolgono il ciclo biologico. Attualmente è considerato l’insetto più nocivo a livello mondiale a causa del rapido deperimento indotto alle piante attaccate. L’insetto, diffuso in tutta Europa è oggetto di azioni di contrasto tramite interventi di lotta biologica e agronomica basati sull’impiego di parassitoidi come il Torymus sinesis. Il patrimonio varietale di castagno europeo è molto ampio e le varietà in coltura derivano principalmente dalla selezione di cloni di ecotipi autoctoni. Tuttavia, a fronte delle nuove criticità emergenti, non sono state individuate, all’interno del panorama varietale castanicolo, genotipi meno suscettibili a vespa galligena. Il censimento dei popolamenti castanili attuato fino ad oggi nel Lazio ha consentito di individuare 13 accessioni altamente resistenti e 2 accessioni mediamente resistenti a cinipide. Le accessioni a limitata suscettibilità individuate, analizzate a livello molecolare con la tecnica RAPD, sono in corso di valutazione per la ricerca di marcatori genetici semplici e ripetibili da utilizzare nell’individuazione di eventuali differenze genetico-molecolari. I genotipi individuati sono stati inoltre utilizzati per ottenere nuova variabilità genetica. I frutti di queste accessioni sono stati posti a germinare. A germinazione avvenuta, i semenzali sono stati trapiantati in vaso. Per la messa a dimora delle popolazioni ottenute, è stato individuato un appezzamento di terreno di proprietà dell’ARSIAL in Provincia di Viterbo.
Convenzione per esecuzione quota ricerca Progetto PRONAT SP1 – Individuazione di principi attivi di origine naturale e identificazione di agenti bioattivi da prodotti naturali di origine animale e vegetale.
Ente finanziatore: COLLEZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI E CENTRO DI SCREENING-CNCCS
Unità di Ricerca: DAFNE
Responsabile scientifico: Nicola Lacetera
Partecipanti: Loredana Basiricò, Umberto Bernabucci, Roberta Bernini, Luca Santi
Durata (data di inizio/data di fine): 01/07/2016 – 30/06/2017
Le attività condotte nell’ambito del progetto PRONAT sono state finalizzate alla selezione di estratti derivanti dalle matrici olivo, castagno e carciofo. Degli estratti è stato determinato il contenuto fenolico totale, sono state condotte le analisi cromatografiche (TLC) e registrati gli spettri di Risonanza Magnetica Nucleare (1H e 13C NMR). Gli estratti sono quindi stati utilizzati per verificarne l’attività antiossidante e antiinfiammatoria su linee cellulari bovine.
I risultati osservati sulla vitalità e sulla produzione dei ROS intracellulare delle cellule BME-UV1 e delle PBMC indicano che i diversi estratti testati hanno effetti differenti a seconda del tipo cellulare utilizzato. Per le cellule BME-UV1 gli estratti di castagno e di carciofo hanno mostrato una prevalente azione antiossidante e indicano che la concentrazione fenolica pari a 40 µg/ml è la concentrazione migliore per studiare e approfondire i meccanismi di azione degli estratti. Per le cellule PBMC gli estratti di olivo, castagno e carciofo hanno mostrato una preminente capacità antiinfiammatoria già a partire dalla concentrazione fenolica di 2,5 µg/ml, ma non è stato osservato alcun effetto sulla risposta antiossidante delle cellule.
MACSUR: Modeling European Agriculture with Climate Change for food Security (Knowlwdge Hub)
Ente finanziatore: MiPAAF e Ministeri dell’Agricoltura delle varie nazioni partecipanti
Unità di Ricerca (UNITUS – DAFNE)
Responsabile scientifico: Gabriele Dono
Partecipanti: Gabriele Dono, Nicola Lacetera, Simone Severini, Raffaele Cortignani, Andrea Vitali, Davide Dell’Unto,
Durata: 1/07/2015 – 30/06/2018
Link (https://macsur.eu/)
Abstract
The knowledge hub MACSUR aims at improving modelling methodologies and sound case study applications leading to improved assessments of climate change on European agriculture. MACSUR made significant progress in the linking of models and scientific communities across individual disciplines for contributions to regional and European assessments. Evaluating and comparing models for assessments at farm-scale and including livestock has been a major step forward for providing the basis for regional and European-scale assessments. At the aggregated European level, adaptation and mitigation, economy and environment, policy and consumer interests meet, so that modelling becomes very complex.
Several important conclusions emerged: Improving animal health and welfare are important adaptation and mitigation strategies; crop, livestock, farm and socio-economic models should be able to respond to adaptation measures and provide links to climate and land use change; linking models across scales, interaction with stakeholders, and cross-sectorial learning are vital for supporting decisions at policy level. With improved modelling of crops and livestock, socio-economic models developed and applied in MACSUR, the Knowledge Hub now provides the links to global and regional economies and links to the internationally agreed shared socioeconomic pathway (SSP) scenarios. The key message from the assessments is that future legislative frameworks for mitigation, adaptation and resource management as well as consumer behaviour are crucial for how well regional and European agriculture can deal with climate change.
Research in MACSUR has been documented in more than 200 peer-reviewed publications including significant strategy papers, several special issues of journals, numerous presentations, and a great number of interactions with policymakers and stakeholders along the agro-food chain.
Utilizzo di energie rinnovabili nel settore agricolo e forestale
Ente finanziatore: EGM
Unità di Ricerca:
Responsabile scientifico:
Partecipanti:
Durata (data di inizio/data di fine): 23/03/2016 – 31/12/2018
Il progetto riguarda lo studio della produzione e miglioramento qualitativo della biomassa vegetale proveniente dalle attività di gestione e manutenzione del comparto agroforestale. A tal riguardo, coerentemente con la vocazione agricola delle regioni Lazio, saranno studiati gli aspetti quantitativi e qualitativi della biomassa ritraibile dalla gestione delle colture del nocciolo, olivo e vite oltre ad aspetti legati alle modalità di stoccaggio e alla logistica per l’ottimizzazione della gestione della biomassa residuale. La sperimentazione è caratterizzata dalle seguenti di linee di ricerca: LR1: stima dei quantitativi di biomassa ritraibile. In tale fase sono state definite le aree e i cantieri necessari per effettuare le misure quantitative della biomassa residuale resa disponibile principalmente dalle operazioni di potatura delle colture. I risultati saranno relazionati alle caratteristiche della coltura (età e sesto d’impianto), al tipo di azienda, alla modalità di potatura, alla morfologia del terreno. LR2: caratterizzazione della biomassa. La biomassa prodotta (tal quale e stagionata) è stata investigata dal punto di vista qualitativo mediante analisi chimico-fisiche quali granulometria, umidità, contenuto di carbonio, idrogeno e azoto, contenuto di ceneri e materia volatile, potere calorifico e presenza di elementi indesiderati quali i metalli pesanti. LR3: valutazioni energetiche ed ambientali. Sono state effettuate prove di combustione in caldaia per valutare il bilancio energetico del processo e l’impatto ambientale connesso all’uso di tale biomassa soprattutto in termini di ceneri prodotte e relativa composizione e di emissioni in atmosfera con particolare attenzione alle polveri, ossidi di azoto, monossido di carbonio e diossine. La sperimentazione ha inoltre, riguardato la piro-gassificazione, effettuata mediante un reattore downdraft di piccola taglia, per valutare le caratteristiche del syngas e del biochar ottenuti.
Strategie per la riduzione e possibili alternative all’utilizzo del rame in agricoltura biologica-ALTRAMEinBIO
Ente finanziatore: MIPAAF
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Drr. Geremia Giovanale, Giiuli Bischetti
Durata (data di inizio/data di fine): 24/03/2015 – 14/07/2017
Il progetto ALT.RAMEinBIO, a cui hanno partecipato CREA-DC (coordinatore), CRA-ING, Fondazione Edmund Mach (FEM) di San Michele all’Adige, Centro di Sperimentazione Laimburg – Versuchszentrum Laimburg – Laimburg Research Center, Università degli Studi della Tuscia, DAFNE, FIRAB, ha permesso di conseguire i seguenti risultati per unità operativa di cui si rimanda nche al sito web dedicato. CREA-DC. Ha analizzato la normativa nazionale ed europea in materia di gestione delle avversità in agricoltura biologica con particolare riferimento alla gestione dei patogeni fungini, degli oomiceti e dei batteri per il cui contenimento il rame risulta essere, al momento, l’unica molecola efficace. Individuazione di sostanze di origine naturale alternative al Cu sulle quali investigare, anche alla luce delle evidenze derivanti da precedenti studi effettuati a livello nazionale ed internazionale in collaborazione con Laimburg, FEM, UNITUS-DAFNE). E’ stato costituito un Gruppo Operativo (GO) per dibattere sulle strategie da adottare, in linea con le politiche europee, per la riduzione e/o sostituzione del Cu come anticrittogamico. Il GO prevede una cabina di regia che svolgerà attività di supporto tecnico-consultivo all’Ufficio Agricoltura Biologica del MIPAAF ed un tavolo tecnico con il coinvolgimento degli operatori biologici, dei produttori di mezzi tecnici e di alcuni esperti europei in modo da individuare soluzioni condivise a livello europeo sulla problematica connessa all’utilizzo del rame come anticrittogamico in agricoltura biologica. Ha valutato i processi autorizzativi da seguire per rendere utilizzabili, nella pratica agricola, i composti rivelatisi efficaci nel corso delle prove. Ha selezionato prodotti alternativi al Cu, a basso titolo cuprico da utilizzare, in in viticoltura nei confronti di Plasmopara viticola (prove di laboratorio, serra e campo) ed in orticoltura (pomodoro) nei confronti di Phytophthora infestans (prove di laboratorio e serra). Le prove volte a valutare l’effetto inibitorio dei prodotti sullo sviluppo miceliare di P. infestans hanno evidenziato un effetto di inibizione totale svolto dal formulato a base di rame e minerali zeolizzati, dall’estratto di foglie di liquirizia, dal formulato Armicarb a base di bicarbonato di potassio e dal formulato Serenade Max a base di Bacillus subtilis ceppo QST 713. È stata ottenuta un’inibizione lievemente inferiore della crescita del micelio con l’impiego del chitosano cloridrato, dell’estratto di Yucca schidigera, dell’estratto di Abies sibirica e del formulato Bioequi a base di borlanda fluida da melasso di barbabietola, equiseto e timo. Ha esplicato, invece, una scarsissima attività inibitoria l’estratto di semi di pompelmo. Le prove volte a valutare l’effetto dei prodotti sulla germinazione degli sporangi hanno evidenziato una notevole attività inibitoria esplicata dal chitosano cloridrato, simile a quella ottenuta con l’impiego del prodotto rameico di riferimento. Risultati molto buoni, anche se leggermente inferiori, sono stati ottenuti con il bicarbonato di potassio e il formulato Bioequi a base di borlanda fluida da melasso di barbabietola, equiseto e timo. Le saponine estratte da Yucca schidigera, hanno evidenziato un effetto inibitorio di poco inferiore al bicarbonato di potassio e al Bioequi. Scarsa è invece risultata la capacità di inibire la germinazione degli sporangi da parte dell’estratto di Abies sibirica e del formulato a base di estratto di semi di pompelmo. Non è stato possibile effettuare le letture al microscopio, per valutare l’effetto inibitorio sulla germinazione degli sporangi, dell’estratto di foglie di liquirizia, del formulato a base di rame e minerali zeolizzati e del formulato Serenade Max, a causa di difficoltà di lettura legate alla torbidità o alla composizione. Ha coinvolto le Associazioni di mezzi tecnici. Organizzato un convegno al termine del progetto per presentare i risultati e discutere le possibili applicazioni pratiche. UNITUS-DAFNE: Le prove in vivo sono state svolte nelle serre dell’Azienda Agraria Didattico-Sperimentale “N. Lupori” dell’Università degli Studi della Tuscia. Caratteristiche del risultato. I risultati evidenziano l’attività dell’idrossido di rame nei confronti di Pst, ma entro 7 gg. Inoltre è stato evidenziato come, utilizzando una miscela di un estratto vegetale (Cumarina, 1g/L) ed idrossido di rame ad ½ della concentrazione della dose di campo, similarmente a quando l’idrossido di rame è utilizzato alla dose piena di campo (DC), si ottiene una significativa riduzione della moltiplicazione batterica Pst. Questa miscela, inoltre, ha evidenziato un minor effetto brachizzante rispetto all’idrossido di rame alla dose di campo, permettendo uno sviluppo maggiore ed un’area fotosintetizzante più estesa. Possibili utilizzazioni del risultato. I dosaggi rameici impiegati e le sostanze di origine naturale impiegate forniscono interessanti informazioni per sviluppare prove di pieno campo. Se confermati, i risultati ad oggi ottenuti, sembrano consentire di ridurre notevolmente i quantitativi dei Sali di rame per il controllo di Pst. Livello di maturità del risultato. I risultati attualmente conseguiti sono estremamete interessanti ed applicativi; tuttavia si ritiene che necessitno di ulteriori prove in vivo prima di essere trasferiti. Definizione delle attività/caratteristiche necessarie per far adottare il risultato. In associazione al punto precedente, è opportuno acquisire ulteriori informazioni mediante ulteriori future prove sperimentali a conferma di quanto ad oggi ottenuto, per una loro compiuta adozione. FEM Sia per le prove in campo che per quelle di laboratorio le sperimentazioni si sono svolte presso le strutture e i vigneti della Fondazione Mach di S. Michele all’Adige (TN). Il vigneto sperimentale rappresenta la realtà produttiva della zona sia per quanto riguarda la varietà (pinot grigio) che per il sistema di allevamento (pergola doppia) tradizionale delle zone di fondovalle notoriamente più interessate dagli attacchi di peronospora. Caratteristiche del risultato. Le sperimentazioni in campo e laboratorio si sono concluse. L’impiego dell’estratto di equiseto per la difesa da peronospora, nelle condizioni dell’ambiente trentino, non garantisce un’efficacia elevata (grado di attacco su grappolo = 42.2%) rispetto al rame impiegato a 200 o 400 g/ha. Le prove di laboratorio confermano la minore efficacia degli equiseti su foglia rispetto al rame. Possibili utilizzazioni del risultato. I risultati forniscono indicazioni precise per l’agricoltore ed il tecnico di campo sui limiti dei prodotti testati ed il loro impiego per la lotta alla peronospora. Livello di maturità del risultato. Le sperimentazioni in campo e laboratorio si sono concluse. I risultati sono trasferibili nel breve periodo in quanto si svolgono in condizioni rappresentative dell’ambiente trentino. In particolare l’annata 2016, caratterizzata da forti attacchi di peronospora, ha permesso di valutare le criticità dei prodotti testati. Definizione delle attività/caratteristiche necessarie per far adottare il risultato. La FEM svolge tradizionalmente funzioni di consulenza tecnica e divulgazione alle aziende biologiche e pertanto il trasferimento dei risultati sul territorio può avvalersi di iniziative e modalità già in essere quali periodici incontri in campo con agricoltori, giornate tecniche a tema, visite agli impianti sperimentali durante al stagione. CRA – ING Per la parte di rilievi informativi di campo l’attività è stata svolta presso un vigneto biologico. L’approccio modellistico potrà essere applicato anche in altre aree laddove siano presenti i dati meteo-climatici e quelli legati alla fenologia della pianta e alla patologia del patogeno. Per la parte di modellistica è stata collocata una centralina (Davis Vantage Pro 2, modello wireless) nel sito di prova per registrare i dati meteo-climatici. I dati sono acquisiti attraverso un sistema GPRS autoalimentato che invia i dati su internet tramite una SIM: Vantage Connect®. Il sistema Vantage Connect® è posizionato a bordo della centralina per la trasmissione a distanza. I dati sono raccolti sul campo ogni 15 minuti e confluiscono su un server per poi essere scaricati anche in remoto. Il modello previsionale PLSDA, è un modello misto o meglio definito come statistico-deterministico. La variabile di risposta (Y) è rappresentata dal valore differenziale giornaliero di disease incidence e disease severity. Le variabili indipendenti (X) sono rappresentate dai dati meteo-climatici (temperatura del Goidanich, precipitazioni, temperatura e umidità relativa dell’aria, bagnatura fogliare, radiazione solare, velocità e direzione del vento) e da quelli fisiologici-funzionali deterministici [fase fenologica in accordo con la chiave di identificazione di Baggiolini (Baggiolini, 1952) modificata e relativa classe di rischio di infezione]. Caratteristiche del risultato. Predizione quantitativa del grado di attacco peronosporico primario (modello assoluto) e di attacco secondario (modello adattativo), sia utilizzando la variabile di risposta di incidence che di severity. La predizione è rilevata come percentuale. Al di sopra del 30% di probabilità di attacco, si suggerisce di trattare la tesi PLSDA. Possibili utilizzazioni del risultato. a) istituzioni politiche e amministrative di livello nazionale e internazionale (Ufficio Agricoltura Biologica del Mipaaf), Gruppo Operativo; b) data la natura “digitale” dell’informazione prodotta, l’utilizzazione è particolarmente vocata per sistemi web based di divulgazione: siti web e piattaforme del settore (es. SINAB, RIRAB, CREA, FIRAB) che potranno essere aggiornate, anche attraverso l’interfaccia dell’Istituzione Ministeriale di coordinamento (Ufficio Agricoltura Biologica del Mipaaf), mettendo a disposizione rapidamente i risultati agli operatori; c) Informazione agli agricoltori, centri di divulgazione e disseminazione sviluppando valutazioni sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari al fine di ottimizzare l’azione di distribuzione di tali prodotti anche a seguito dell’uso di modelli previsionali dell’insorgenza della peronospora e dell’utilizzo di molecole protettive innovative a basso impatto. Livello di maturità del risultato. Immediatamente trasferibile a patto dei necessari investimenti. Definizione delle attività/caratteristiche necessarie per far adottare il risultato. a) Riunioni con Mipaaf, Ufficio Agricoltura Biologica del Mipaaf; b) Riunioni UU.OO. e Gruppo Operativo; c) Aggiornamento informativo siti web;
d) Workshops e pubblicazioni. È stato organizzato il 14 giugno 2017, presso il Centro di ricerca Difesa e Certificazione (CREA-DC), il convegno dal titolo «È POSSIBILE UN’AGRICOLTURA BIOLOGICA SENZA L’IMPIEGO DEL RAME?» LA RICERCA RISPONDE E SI CONFRONTA CON IL SETTORE. Sono stati realizzati opuscoli informativi sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dai diversi partner del progetto. Sono stati predisposti tre diversi opuscoli per i tre comparti in studio: viticolo, frutticolo ed orticolo..
Pubb UNITUS – DAFNE
Convenzione per cofinanziamento borsa di studio dottorato SPVA XXXII ciclo – Prevenzione e controllo di malattie virali aviarie dell’area del Mediterraneo con vaccini prodotti nelle piante
Ente finanziatore: ENEA
Unità di Ricerca: SSPT-BIOAG-BIOTEC
Responsabile scientifico: Selene Baschieri
Partecipanti: Marcello Donini, Chiara Lico, Carla Marusic
Durata (data di inizio/data di fine): 01/11/2016 – 30/11/2019
Le malattie virali infettive aviarie rimangono una sfida importante sia per la produttività che per la salute pubblica, specialmente nel bacino del Mediterraneo. I vaccini sono considerati la strategia più vantaggiosa per prevenire questo tipo di infezioni. Sebbene la maggior parte dei vaccini siano ancora basati su patogeni interi (uccisi o attenuati), sono attualmente in fase di sviluppo nuove strategie di vaccinazione, basate solo sui componenti degli agenti patogeni (antigeni) coinvolti nell’attivazione di risposte immunitarie protettive. La sfida per queste nuove formulazioni è quella di simulare il più possibile l’infezione stimolando una risposta immunitaria completa con morbilità minima e bassi costi di produzione. L’ Infectious Bursal Disease virus (IBDV) e il virus della malattia di Newcastle (NDV) sono la causa di malattie aviarie economicamente importanti nei paesi del bacino del Mediterraneo. L’obiettivo del dottorato è di utilizzare piante biofabbrica per l’espressione transiente di antigeni di IBDV e NDV fusi a carriers in grado di potenziarne le proprietà immunogeniche. Gli antigeni saranno usati per: i) valutare il tipo di risposta immunitaria attivata; ii) valutare l’efficacia dei vaccini in termini di protezione clinica e di eliminazione dei virus; iii) mettere a punto nuovi saggi diagnostici. La strategia adottata è in grado di: i) velocizzare e semplificare lo scale-up a basso costo grazie all’uso di piante biofabbrica; ii) semplificare le procedure di purificazione; iii) migliorar le proprietà immunogeniche degli antigeni; iv) consentire la messa a punto di strumenti diagnostici a basso costo in grado di differenziare gli animali infetti da quelli vaccinati (DIVA).
ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON REGIONE UMBRIA PER ATTIVITA’ INERENTI LO STUDIO DELL’ECOLOGIA E LA FATTIBILITA’ DELLA REINTRODUZIONE E DEL RIPOPOLAMENTO DELLA SPECIE COTURNICE SUL TERRITORIO REGIONALE
Ente finanziatore: Regione UMBRIA
Unità di Ricerca: DAFNE Università della Tuscia
Responsabile scientifico: Andrea Amici
Partecipanti: Andrea Amici, Paolo viola TD
Durata (data di inizio/data di fine): 12/07/2017 – 31/122019
Sulla base del progetto conoscitivo sulla distribuzione della coturnice attivato dalla Regione Umbria e degli studi condotti nel Parco Nazionale Monti Sibillini appare l’importanza di procedere ad una conservazione attiva della specie A. greca. Nel caso della coturnice le informazioni di presenza/assenza e la loro analisi spazio temporale offrono una prima intuitiva spazializzazione dei siti di svernamento (roost) estivazione e riproduzione e quindi delle “unità di campionamento” rappresentative e utili ai fini della presente indagine (stima dei parametri di popolazione, analisi dell’uso degli habitat e dello spazio, aspetti igienico sanitari, caratterizzazione genetica, determinazione dell’home range, dei fenomeni dispersivi e dei principali fattori limitanti, e progetto di conservazione ex situ).
AZIONE 1 – individuazione delle aree campione ed attuazione dei monitoraggi (12 mesi)
1. Definizione della distribuzione storica della specie nella Regione Umbria, e della distribuzione attuale reale e potenziale:
2. Individuazione e georeferenziazione delle aree e dei transetti campione da indagare nelle aree di raccolta dei fondatori:
AZIONE 2 – Analisi microbiologiche, parassitologiche, genetiche (36 mesi)
AZIONE 3 – Analisi dello status, della connettività e dei fattori limitanti la popolazione di coturnice nel PNMS e predisposizione di un piano di fattibilità di conservazione ex situ (18 mesi)
– Obiettivi: individuazione delle aree di presenza e relativa consistenza, studio dei fattori limitanti la conservazione ed il rafforzamento della popolazione. Stesura di un piano di conservazione della coturnice attraverso la fattibilità di un allevamento ex situ.
AZIONE 4 – Realizzazione di allevamento ex situ (6-36 mesi)
SERVIZIO DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO “MONITORAGGIO DELLA COTURNICE E DELLA STARNA NEL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI”
Ente finanziatore: Parco Nazionale Monti Sibillini
Unità di Ricerca: DAFNE- Università della Tuscia
Responsabile scientifico: Andrea Amici
Partecipanti: Andrea Amici, TD Paolo Viola e Simone Alemanno, altro ateneo Luigi Esposito
Durata (data di inizio/data di fine): 20/12/2015 – 20/12/2016
La coturnice (Alectoris graeca) nel PN dei Monti Sibillini
Lo studio ha permesso di:
il gruppo di lavoro coordinato dal Prof. Andrea Amici ha eseguito le attività preliminari descritte nei paragrafi di seguito. In particolare, è stato necessario effettuare alcune attività non previste dal capitolato d’oneri. Nella fattispecie è stato necessario:
Inoltre, in fase di elaborazione dei risultati dei conteggi pre-riproduttivi, è stato ritenuto necessario, sebbene non previsto dal capitolato d’oneri determinare ex-novo la vocazione del territorio del Parco rispetto alla specifica fase pre-riproduttiva (territoriale) al fine di garantire una stima rappresentativa della “dimensione effettiva di popolazione”.
IDO2, much mopre than a clone of IDO1 : un veiling a new biological role for an ancient enzyme
Ente finanziatore: MIUR
Unità di Ricerca: Unita 2 Responsabile Lello Zolla
Responsabile scientifico: Claudia Volpi. Universita Perugia
Partecipanti: Zolla Lello, Federica Gevi e Giuseppina Fanelli
Durata (data di inizio/data di fine): 05/02/2017 – 04/06/2020
Arginase 1 (Arg1) and indoleamine 2,3-dioxygenase 1 (IDO1) are immunoregulatory enzymes catalyzing the degradation of l-arginine and l-tryptophan, respectively, resulting in local amino acid deprivation. In addition, unlike Arg1, IDO1 is also endowed with non-enzymatic signaling activity in dendritic cells (DCs). Despite considerable knowledge of their individual biology, no integrated functions of Arg1 and IDO1 have been reported yet. We found that IDO1 phosphorylation and consequent activation of IDO1 signaling in DCs was strictly dependent on prior expression of Arg1 and Arg1-dependent production of polyamines. Polyamines, either produced by DCs or released by bystander Arg1? myeloid-derived suppressor cells, conditioned DCs toward an IDO1-dependent, immunosuppressive phenotype via activation of the Src kinase, which has IDO1-phosphorylating activity. Thus our data indicate that Arg1 and IDO1 are linked by an entwined pathway in immunometabolism and that their joint modulation could represent an important target for effective immunotherapy in several disease settings. A comparison with ancestral IDO2 will carry out in order to discover the improvemnts rrched durin evolution.
Convenzione per finanziamento 1 borsa di studio Dottorato di ricerca SPVA – XXXI Ciclo per “Riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento ed il raffrescamente delle serre
Ente finanziatore: CREA-VIV
Unità di Ricerca: CREA-VIV
Responsabile scientifico: Gianluca Burchi (CREA-VIV, membro del collegio dei docenti del dottorato SPVA)
Partecipanti: Chiara Terrosi (dottoranda)
Durata (data di inizio/data di fine): 01/10/2015 – 31/10/2018
L’attività consiste nella riduzione dei consumi energetici per il riscaldamento delle serre, e viene svolta presso la sede del CREA di Pescia. E’ stato precedentemente studiato e sperimentato un sistema innovativo per il riscaldamento basale, consistente in un sistema di distribuzione di acqua calda mediante tubazioni coassiali. Avendo la possibilità di utilizzare questo sistema innovativo, è nata l’idea di sperimentare un possibile utilizzo del riscaldamento coassiale alternativo a quello tradizionale, pensando anche alla possibilità per un coltivatore di sfruttare al massimo l’investimento fatto su un impianto di questo tipo. E’ stato quindi deciso di utilizzare il riscaldamento basale in colture nelle quali tradizionalmente non viene realizzato questo tipo di riscaldamento, per verificare alcuni possibili effetti che si potrebbero avere nelle produzioni orticole. In particolare sono state valutate: 1) la possibilità di coltivare una pianta con una canopy piuttosto contenuta, come il basilico, riscaldando soltanto la zona della canopy (utilizzando tubazioni coassiali appoggiate sulla superficie del substrato) invece dell’intero volume della serra (utilizzando un tradizionale bruciatore ad aria); 2) la possibilità di ottenere una produzione comparabile, in termini di quantità e qualità, a quella che si otterrebbe scaldando l’intera serra; 3) l’efficienza energetica dei due diversi sistemi di riscaldamento in termini di grammi di peso fresco prodotto per caloria fornita
Una volta ottenuti questi dati, verrà valutata l’efficienza energetica di sistemi innovativi per la produzione di energia termica, nello specifico dei sistemi a pompa di calore, con quella di sistemi tradizionali come i bruciatori a gasolio e le caldaie a GPL.
CONVENZIONE PER FINANZIAMENTO BORSA DI STUDIO TRIENNALE DOTTORATO DI RICERCA SPVA XXXI CICLO + BDR per “Coltivazione sostenibile in pieno campo di quattro specie di piante aromatiche con tre differenti tipologie di fertilizzazione in due ambienti pedologici differenti ”
Ente finanziatore: CREA-RPS
Unità di Ricerca: CREA-RPS
Responsabile scientifico: Dott.ssa Maria Teresa Dell’Abate (CREA-RPS)
Partecipanti: Andrea Lucibelli (dottorando)
Durata (data di inizio/data di fine): 01/11/2016 – 30/11/2018
Le piante aromatiche rappresentano un settore di nicchia richiesto nel mercato. Paesi come Polonia, Turchia, Grecia ed altri del Bacino Mediterraneo sono tra i più grandi produttori di queste specie. La raccolta delle piante spontanee in Italia è dispendiosa ed economicamente poco conveniente, quindi addomesticarle può rappresentare un’alternativa per l’avvicendamento colturale aziendale. La coltivazione di queste specie non richiede grandi input, quindi prevedere una coltivazione “sostenibile” in pieno campo significa eseguire una fertilizzazione low input.
Vengono confrontate quattro specie aromatiche, in due ambienti differenti della Regione Lazio, utilizzando tre tipologie di fertilizzanti differenti facilmente reperibili sul mercato (un minerale, un organico ed un organo-minerale) e valutati gli effetti sulla sostanza organica e fertilità del suolo e sulle rese produttive.
In particolare sono stati indagati gli effetti delle diverse tipologie di fertilizzanti sul metabolismo del carbonio organico nel suolo tramite l’analisi dei parametri biochimici relativi alla respirazione del comparto microbico tellurico, sulla mineralizzazione dell’azoto organico al fine di valutare possibili effetti sulla fertilità residua del suolo post coltivazione. Inoltre, sono state determinate le rese produttive delle colture utilizzate. I risultati parziali ottenuti dovranno essere convalidati entro la fine del dottorato e forniranno una indicazione sulla sostenibilità della tecnica agronomica adottata e sull’attitudine di una specie aromatica all’inserimento negli avvicendamenti colturali aziendali al fine di valorizzare le superfici aziendali agricole non utilizzate (tare aziendali).
Ottimizzazione di macchine operatrici attraverso l’analisi del profilo di missione per un’agricoltura più efficiente (PRIN2015)
Ente finanziatore: MIUR
Unità di Ricerca:
Responsabile scientifico: Prof. Massimo Cecchini
Partecipanti: Prof. Danilo Monarca, dottorandi del Ph.D. course “Engineering for Energy and Environment”
Durata (data di inizio/data di fine): 05/02/2017 – 04/06/2020
Il progetto ha l’obiettivo di individuare e sviluppare tecnologie e strumenti che permettano alle macchine operatrici agricole di guadagnare nuovi livelli di efficienza, attraverso il monitoraggio delle reali condizioni di utilizzo, l’ottimizzazione delle fasi di progettazione, di uso e di programmazione degli interventi di manutenzione. A tal fine saranno progettati e sperimentati sistemi di acquisizione dati specifici per le macchine operatrici, applicando protocolli ISOBus. I dati saranno utilizzati per individuare le migliori condizioni di utilizzo delle macchine in prova, sia dal punto di vista dell’efficienza generale che dei carichi dinamici trasmessi.
L’UR del DAFNE si occuperà dello studio dell’invecchiamento delle macchine operatrici in funzione delle loro condizioni e tempi di impiego. In questo ambito saranno inoltre studiate e sperimentate tecniche innovative basate sull’analisi delle emissioni ultrasoniche delle macchine.
Obiettivo specifico della UR: mettere a punto metodi di calcolo del “tempo equivalente di invecchiamento” finalizzati, ad esempio, all’effettuazione di una manutenzione programmata basata sull’effettivo logorio della macchina, dipendente dalle reali condizioni di impiego. In estrema sintesi il principio alla base del modello sarà che se si utilizza la macchina al di sotto degli sforzi di progettazione si ha una elevata probabilità di minore logorio dei componenti della stessa, ovvero il “tempo equivalente di utilizzo” sarà inferiore a quello previsto in fase di progettazione della macchina: questo si rifletterà in più ampi intervalli di manutenzione, pertanto in una riduzione dei costi di gestione della macchina.
L’UR, inoltre, sperimenterà su macchine operatrici agricole la possibilità di effettuare una diagnostica per via acustica: a tal fine sarà adottata una specifica metodologia di acquisizione ed elaborazione dei dati acustici.
Introduzione della coltura del mandorlo nella fascia litoranea della maremma laziale
Adattamento varietale del mandorlo: osservazioni fenologiche, agronomiche e produttive di cultivar nel campo collezione ARSIAL
Ente finanziatore: ARSIAL
Unità di Ricerca: DAFNE
Responsabile scientifico: Valerio Cristofori
Partecipanti: Cristian Silvestri
Durata: (3 anni: data di inizio 5/10/2017 – data di fine 5/10/2020)
Abstract
Definizione dei calendari ripresa vegetativa, di fioritura e maturazione delle mandorle su base pluriannuale per l’individuazione delle cultivar di mandorlo più idonee ad una introduzione in coltura in ambiente Laziale, con particolare riferimento al litorale tirrenico. Tali obiettivi, affiancati da una adeguata caratterizzazione carpologica delle mandorle, potranno favorire una corretta introduzione della specie nell’ambiente considerato per far fronte alle eventuali necessità future dell’industria dolciaria e alle eventuali problematiche adattative e fitopatologiche che potrebbero insorgere nel tempo. Tali studi forniranno anche conoscenze di base utili per la realizzazione di futuri programmi di miglioramento genetico tramite incrocio controllato.
Individuazione di cultivar e genotipi ad elevate performances agronomiche in combinazione di innesto con i principali portinnesti del mandorlo, per favorire la costituzione di nuovi impianti allevati ad alta densità e condotti con elevata meccanizzazione, secondo protocolli sostenibili di gestione del mandorleto.
Ampliamento del campo collezione tramite introduzione di nuovi genotipi, di nuove cultivar e di wild types di mandorlo (ad esempio var. fragilis).
Divulgazione dei risultati acquisiti durante il triennio sperimentale attraverso la realizzazione di workshops, visite e prove dimostrative in campo con gli stakeholders di comparto, pubblicazione dei risultati più significativi in riviste di interesse nazionale e internazionale. Realizzazione di documenti monografici di mandorlo con impiego di dati acquisiti direttamente in campo.
Soluzioni ecosostenibili per il controllo di alterazioni da Phialophora spp. su frutti di kiwi
durante la frigoconservazione
Ente finanziatore: Società Coop. Agricola
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Drr. A. Mazzaglia, G. Bischetti
Durata: 3-12/2018
Abstract
L’attività prevede numerosi saggi in vitro ed in vivo al fine d’identificare sostanze di origine naturale in grado di esprimere attività antimicrobica nei confronti del fungo fitopatogeno Phialophora spp. su frutti di kiwi.
L’obiettivo è quello di eliminare l’impego di sostanze di sintesi/chimiche solitamente applicate sui frutti di kiwi per evitare danni e perdite economiche da Phialophora spp. durante le fasi di conservazione, impiegando sostanze di origine naturale.
Validazione in vivo di un agente di biocontrollo nella lotta a Pseudomonas syringae pv. actinidiae
(Psa) agente causale del cancro batterico dell’actinidia
Ente finanziatore: risorse dei singoli ricercatori
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. BALESTRA G.M.
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia
Durata Gennaio 2017 – Dicembre 2018
Abstract
Lo studio intende approfondire le validazioni in vivo, di pieno campo, inerenti l’impiego di un’antagonista naturale (Bacillus amyloliquefaciens subsp. plantarum ceppo D747) in grado di contrastare efficacemente l’attacco e la colonizzazione da parte di Psa, agente del cancro batterico dell’actinidia, sui differenti organi
vegetativi (boccioli, foglie, fiori, rami) di piante di Actinidia spp.
Obiettivo
Validare una strategia di controllo biologico in grado di permettere agli actinidicoltori, dal periodo della fioritura ad altre fasi fenologiche delle piante di actinidia, di proteggere efficacemente ed in maniera del tutto naturale gli impianti di actinidia dall’attacco di Psa.
Valutazione di principi attivi di origine naturale per migliorare la shelf life di differenti
prodotti agroalimentari di quarta gamma
Ente finanziatore: Società privata Srl
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti:A. Mazzaglia, G. Bischetti
Durata: 2/2017-12/2018
Abstract
L’attività prevede numerosi saggi in vitro ed in vivo al fine d’identificare sostanze di origine naturale in grado di esprimere attività antimicrobica nei confronti di numerosi microrganismi fitopatogeni (batteri e funghi) agenti di marciumi ed alterazioni su prodotti agroalimentari di IV gamma durante le fasi di confezionamento, conservazione e commercializzazione.
Obiettivo
è quello di eliminare l’impego di sostanze di sintesi/chimiche solitamente applicate su differenti prodotti agroalimentari freschi e poter ridurre le alterazioni e le ingenti perdite economiche dovute a differenti microrganismi, impiegando sostanze di origine naturale anche in forma nanometrica.
Pubb DAFNE – UNITUS
Angelo Mazzaglia, Elena Fortunati, Josè Maria Kenny, Luigi Torre and Giorgio Mariano Balestra (2017). Nanomaterials in Plant Protection. Chapter 7, In: anotechnology in Agriculture and Food Science, Edited by MVA Axelos and M Vann der Voorde, Wiley-WCH, 115-134.
Valutazione del grado di suscettibilità a Pseudomonas syringae pv. actinidae (Psa), agente del cancro batterico dell’actinidia, da parte di differenti selezioni e cv. di Actinidia spp.
Ente finanziatore: Società Coop. Agricola 1
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti:A. Mazzaglia, PhyDia srl
Durata: 4-12/2018
Abstract
L’attività prevede di valutare come differenti selezioni e cv di Actinidia spp. rispondono ad infezioni da Psa.
L’obiettivo è quello di ridurre la diffusione del cancro batterico dell’actinidia fornendo indicazioni circa importanti selezioni e cv. di Actinidia spp. in grado di meglio rispondere (minor suscettibilità)
a questo patogeno in aree a rischio d’infezione.
Protezione dei frutti di kiwi e di lattuga romana in post-raccolta da Botrytis cinera, mediante l’impiego di sostanze di origine naturale.
Ente finanziatore: risorse dei singoli ricercatori
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. BALESTRA G.M.
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia
Durata Gennaio 2017 – Dicembre 2018
Abstract
I frutti di kiwi, di cui l’Italia è leader mondiale nella produzione e nell’esportazione, rivestono pertanto un ruolo primario tra le produzioni agroalimentari Made in Italy. Parimenti la lattuga romana è tra le verdure maggiormente apprezzate e consumate. Tra le principali problematiche in post-raccolta, lo sviluppo della muffa grigia sui frutti di kiwi come sulla lattuga, causata dal fungo Botrytis cinerea, è fonte di notevoli preoccupazioni in quanto è in grado di determinare gravi danni e perdite.
Obiettivo
Validare una strategia di controllo biologico del fungo B. cinerea mediante l’impiego di una sostanza di origine naturale, il chitosano, in sostituzione di sostanze chimiche. I lavaggi preventivi e protettivi con il chitosano si sono dimostrati efficaci ed in grado di preservare sia i frutti di kiwi, sia la lattuga, durante le fasi di conservazione impedendo lo sviluppo di B. cinerea al parti dei risultati ottenuti con sostanze di sintesi.
Pubb DAFNE – UNITUS
Elena Fortunati , Geremia Giovanale, Francesca Luzi, Angelo Mazzaglia, Josè Maria Kenny , Luigi Torre and Giorgio Mariano Balestra (2017). Effective Postharvest Preservation of Kiwifruit and Romaine Lettuce with a Chitosan Hydrochloride Coating. Coatings, 7, 196;1-15, doi:10.3390/coatings7110196.
Messa a punto di strategie molecolari per la comparazione di ceppi del batterio Xylella fastidiosa rinvenuti su olivo in Italia ed Argentina.
Development of molecular strategies for the comparison of Xylella fastidiosa strains from olive in Italy and Argentina
Ente finanziatore MAE
Progetto di Grande Rilevanza Italia – Argentina
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Dr. A. Mazzaglia, PhyDia srl
Partecipanti: Prof. Balestra G.M.
Durata 3 anni – 2018 – 2020
Abstract
Xylella fastidiosa sottospecie pauca agente causale del Complesso del Disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO) è tra le più gravi emergenze fitopatologiche oggi in atto. In Italia, nella regione Puglia, dalla prima segnalazione del 2013 risultano attaccati più di 200.000 ha di oliveti, con danni incalcolabili. Anche in Argentina dal dicembre 2013 in due diverse aree, sono stati rilevati sintomi analoghi a quelli degli olivi italiani e da queste piante è stato isolato il medesimo batterio, X. fastidiosa subsp.pauca.
Il presente Progetto si propone di mettere a punto due tecniche di indagine molecolare capaci di analizzare in dettaglio similarità e le divergenze tra gli isolati italiani e quelli argentini. La prima tecnica è il MultiLocus Sequence Typing (MLST) che si basa sulla analisi delle sequenze di alcuni geni specifici, tra loro concatenate ad ottenere una unica sequenza infine utilizzata per una analisi filogenetica. Essa è stata già applicata a X. fastidiosa con un numero di geni limitato, ma nel presente progetto si intende allargarla ad un maggior numero di geni scelti in maniera appropriata per rendere l’analisi più dettagliata ed affidabile.
La seconda metodica è l’MLVA (Multiple Loci Variable number of tandem repeats Analysis) che analizza il polimorfismo di sequenze di DNA ripetute in tandem (TRs). Questo è un metodo molto sensibile e robusto per la genotipizzazione di microrganismi che ha l’enorme vantaggio di essere veloce, affidabile, e facilmente ripetibile in laboratori diversi. Il principale risultato atteso, in termini tecnico-scientifici, di questo progetto è quindi la messa a punto di questi due importanti strumenti diagnostici molecolari, la cui applicazione avrà notevole impatto sulla comprensione delle dinamiche e delle vie preferenziali di diffusione del patogeno, sulle similarità e differenze tra la situazione italiana e quella argentina, e sul rafforzamento delle misure di prevenzione e contenimento della diffusione della malattia.
Indagine nazionale sull’eventuale insorgenza di resistenze ai Sali di rame da parte di Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) agente causale del cancro batterico dell’actinidia
Ente finanziatore: risorse dei singoli ricercatori
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. BALESTRA G.M.
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia
Durata Marzo 2017 – Dicembre 2018
Abstract
Lo studio intende effettuare un ampio monitoraggio nella principali aree actinidicole italiane, ad oggi nella quasi totalità dei casi particolarmente affette dalla fitopatia nota come cancro batterico dell’actinidia, ed analizzare in dettaglio (biochimico, fisiologico, genetico-molecolare) le differenti popolazioni di Psa.
Obiettivo
Verificare la presenza o meno di popolazioni di Psa eventualmente resistenti ai Sali di rame ad oggi fondamentali nel contenimento di questa dannosa batteriosi, e fornire di conseguenza degli indirizzi fitosanitari/fitoiatrici di sostanziale importanza per il contenimento della malattia e quindi dei gravi danni che la stessa determina.
Determinazione di correlazioni genetiche mediante tecnica MLVA fra popolazioni di Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) con differente origine geografica
Ente finanziatore. Risorse dei ricercatori coinvolti (University of Otago , NZ – Unitus DAFNE)
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia
Durata 2017 – 2019
Abstract
At present:
1) Visualization of amplified fragment by capillary electrophoresis (Qiaxcel)
We are able to asses the exact dimension of the amplicons (with a 2-3 bp margin of error) by this specifically devoted instrument, producing detailed report for each of them.
At present: all the VNTRs successfully amplified (924 amplicons) were already run.
2) Calculation of the number of TR in each amplicon
To perform the final analysis (MLVA) it is necessary to assess the exact number of specific repeats within the amplicon by subtraction of the flanking region.
At present: all the VNTRs successfully amplified (924 amplicons) were already analysed and the number of TRs calculated.
3) Comparison of TRs number by High Resolution Melting-Real Time PCR analysis (HRM-RT-PCR)
This methodology is able to detect differences up to a single mutation (SNP) within a single amplicon. We plan to use this technique in any doubt case, before moving on sequencing.
At present: not used yet, due to confident results.
7) Confirmation of TR number by sequencing
Anyway, at least 10 strains per each VNTR locus are to be sequenced, in order to confirm the exactness of previous calculations. It is necessary to check for possible differences within flanking
regions that could affect results.
At present: about 70 sequencing was already carried out and are under post-processing refining.
Also, sequencing will be performed each time the results from capillary electrophoresis and HRMRT-PCR pose doubts in interpretation of results.
8) Data assembly and elaboration
Once results will be obtained, data will be processed according to the conventional standards for this methodology.
At present: in MLVA partial analysis, i.e. only few strains or few VNTR loci, doesn’t make much sense, so it will not be performed before complete data acquisition.
Basically data will be presented in form of Minimum Spanning Tree (MST) and/or genetic similarity
dendrograms UPGMA. Statistical analysis (K-means analysis, Discriminant Analysis of Principal
Components DAPC, etc.) will be carried out in support of the outcome.
Valutazione di principi attivi di origine naturale attivi nel migliorare la shelf life di differenti prodotti agroalimentari di quarta gamma
Ente finanziatore: Società privata Srl 1
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr.ssa Giulia Bischetti
Durata: 2-12/2018
Abstract
L’attività prevede numerosi saggi in vitro al fine d’identificare sostanze di origine naturale in grado di esprimere attività antimicrobica nei confronti di numerosi microrganismi fitopatogeni (batteri e funghi) agenti di marciumi ed alterazioni su prodotti agroalimentari di IV gamma durante le fasi di confezionamento, conservazione e commercializzazione.
Obiettivo
è quello di eliminare l’impego di sostanze di sintesi/chimiche solitamente applicate su differenti prodotti agroalimentari freschi e poter ridurre le alterazioni e le ingenti perdite economiche dovute a differenti microrganismi, impiegando sostanze di origine naturale anche in forma nanometrica.
Pubb DAFNE – UNITUS
Angelo Mazzaglia, Elena Fortunati, Josè Maria Kenny, Luigi Torre and Giorgio Mariano Balestra (2017). Nanomaterials in Plant Protection. Chapter 7, In: anotechnology in Agriculture and Food Science, Edited by MVA Axelos and M Vann der Voorde, Wiley-WCH, 115-134.
“SMART AGRI PLATFORM”
Ente finanziatore Regione UMBRIA Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per l’Umbria 2014-2020 – Misura 16 – Sottomisura 16.2 – Reti o Pol, 16.2
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. R. Casa
Partecipanti: Prof. G.M. Balestra, Drr. A. Mazzaglia, S. Francesconi
Durata 2018-2020
Abstract
La piattaforma è dotata del framework GIS ( Geographic Information System ) GeoWeb Framework, capace di elaborare dati geografici, dati da satellite e da telemonitoraggio, mappe di
diverso formato oltre che interoperare con sistemi esistenti.
Pertanto la piattaforma Smart Agri Platform, si configura come una tecnologia trasversale abilitante capace di:
– orchestrare i contributi informativi dei diversi attori in gioco,
– integrare in un intelligenza evoluta e in un unico Big Data tutte le informazioni acquisite,
– elaborare i dati e le informazioni secondo modelli agronomici di dominio,
– monitorare in tempo reale i fenomeni individuati come significativi,
– utilizzare algoritmi di interpretazione definiti e prevedere scenari di rischio o di intervento.
– L’obiettivo delle attività nel progetto è, partendo da tecnologie ed expertise esistenti implementare e sperimentare nel progetto un sistema di monitoraggio proattivo e predittivo in grado di fornire al Consorzio Agrario e alle aziende partners informazioni, consigli e input per intervenire in modo preventivo sulle fitopatie individuate nel progetto.
La complessità dell’architettura Smart Agri Platform, è completamente trasparente all’utente finale:
• azienda
• tecnico agronomo,
• consorzio o soggetto collettivo di gestione
e verrà fornita nel progetto come un servizio in cloud, manutenuto ed assistito per tutta la durata del progetto.
Le tecnologie di campo che verranno sperimentate ( sensori, droni, sonde, ….) saranno integrate nel sistema e rese come servizio, al fine di minimizzare l’impatto tecnologico sulle aziende e
garantirne un loro continuo aggiornamento ed assistenza.
La piattaforma, mediante il framework GeoWeb, potrà:
• Integrare i dati provenienti dai diversi sistemi di Messa a sistema dei dati dalle diverse reti agrometeorologiche presenti (Parco Scientifico 3A, Horta, Servizio Idrografico Regionale, Protezione Civile, Arpa Umbria, ecc…), in un unica piattaforma, con validazione ed omogeneizzazione dei dati ed integrazione delle reti esistenti con nuove stazioni agrometeo che verranno predisposte sui siti pilota;
• Integrare i dati provenienti dai diversi gestori delle acque dell’Umbria
• Integrare i dati da rilievo satellitare o da drone ( telerilevamento )
• Implementare gli algoritmi ed i modelli individuati dall’Università per la normalizzazione dei dati e per la loro validazione
• Implementare la spazializzazione dei dati agrometeorologici dalla piattaforma del punto precedente, con procedure geostatistiche che tengano conto di variabili ausiliarie legate alla topografia (DEM), all’uso del suolo ecc… Produzione di mappe raster giornaliere delle principali variabili (temperatura, pioggia ecc…) necessarie come variabili di input dei modelli utilizzati per le applicazioni successive.
• Acquisizione di dati di mappatura ad alta risoluzione delle proprietà agronomiche dei suoli delle aziende con sensori prossimali (georesistività) e calibrazione con campionamenti del suolo mirati.
• Implementare processi rilevanti ai fini della riduzione di input da concimazione di azoto e attivare un monitoraggio proattivo per l’individuazione preventiva di fitopatie
• Integrare sistemi di gestione aziendale ( Agronica ) che siano in grado di acquisire e processare ( tramite smart app ) le informazioni relative ai processi che siamo rilevanti ai fini di un sistema di monitoraggio
• Implementare processi rilevanti ai fini della riduzione di input da concimazione di azoto e attivare un monitoraggio proattivo per l’individuazione preventiva di fitopatie
• Modellazione ed ottimizzazione dei processi organizzativi e dei protocolli operativi sia in ambito di gestione e prevenzione dei rischi aziendali che per le attività di gestione aziendale.
Cooperazione tecnico-scientifica con lo IAMB (BA) per la caratterizzazione geneticomolecolare di isolati di Pseudomonas savastanoi
Ente finanziatore: risorse dei ricercatori
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia, Dr. Rahi, Yaseen Jundi
Durata: 2017 – 2019
Abstract
Pseudomonas savastanoi is a bacterial species subtyped in several pathovars that are casual agents of knots disease on olive and oleander, and bacterial canker on ash. An MLVA approach was developed to assess genetic diversity between and within these pathovars. Analysing the genome of P. savastanoi pv. savastanoi strain NCPPB 3335 (accession n°CP008742), 20 Tandem Repeat (TR) loci were selected, corresponding primers were designed and used for the amplification of genomic DNA from 54 strains belonging to the pathovars savastanoi, nerii, and fraxini. Then, capillary electrophoresis was used to exactly estimate the dimension of the amplicons and, consequently, the TR numbers per each locus in each strain. Due to amplification failure, production of multiple amplicons, or low reproducibility, 5 loci were discarded and the remaining 15 were used for the final MLVA analysis. Genetic relationship between the strains was assessed in relation to pathovar classification and to the geographic and time origin of the individuals. The assay represents a promising tool for the identification and tracking of P. savastanoi populations.
Pubb UNITUS – DAFNE
Yaseen Jundi Rahi, Maria Claudia Taratufolo, Matteo Cerboneschi, Stefania Tegli, Franco Valentini, Anna Maria D’Onghia, Nicola Sante Iacobellis, Giorgio Mariano Balestra, Angelo Mazzaglia (2018).
A novel MLVA assay to genotype Pseudomonas savastanoi strains at inter- and intra-pathovar level (4-7 June 2018, Florenze (I) IOBC OILB WPRS/SROP 8th IOBC-WPRS meeting on “Integrated Protection of Olive Crops”.
CONTROLLI IN VIVAIO circa la presenza o meno di Xylella fastidiosa su specie ospiti, SI SENSI DELLA DECISIONE DI ESECUZIONE 2015/789
Ente finanziatore: Regione Lazio
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. Mazzaglia, PhyDia srl
Durata 2018 – 2020
Abstract
Le direttive dell’UE impongono il monitoraggio ed analisi obbligatorie del materiale vegetale potenzialmente ospite di Xylella fastiosa (Xf) per tutto il territorio nazionale.
Obiettivo del progetto è quello di valutare con specifiche analisi tutto il materiale vivaistico suscettibile a Xylella fastidiosa prodotto e commercializzato nei vivai della Regione Lazio al fine di una certificazione Xf free.
Valutazione in vitro ed in vivo di principi attivi di origine naturale attivi nel controllo dell’agente causale della picchiettatura batterica del pomodoro Pseudomonas syringae pv. tomato (Pst).
Ente finanziatore: Società privata Srl 3
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr.ssa Giulia Bischetti
Durata: 3-12/2018
Abstract
L’attività prevede numerosi saggi in vitro e quindi sperimentazioni in vivo al fine d’identificare sostanze di origine naturale in grado di esprimere attività antimicrobica nei confronti dell’agente causale della picchiettatura batterica del pomodoro Pseudomonas syringae pv. tomato (Pst) particolarmente dannosa su piante di pomodoro in vivaio, in serra come in pieno campo.
L’obiettivo è quello di ridurre/eliminare l’impego dei Sali di rame, ad oggi ancora fondamentali nella difesa delle piante ma già inseriti nelle molecole da sostituire dell’UE in agricoltura, nel controllo di questa fitopatia, mediante principi attivi di origine naturale.
Convenzione per finanziamento di una borsa di studio triennale nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Scienze delle Produzioni Vegetali e Animali
Titolo della ricerca: “Produzione sostenibile di molecole bioattive naturali e di semi-sintesi da matrici vegetali e sottoprodotti agroindustriali ”
Ente finanziatore: PIN, Università degli Studi di Firenze
Unità di Ricerca: Laboratorio di Chimica Organica e delle Sostanze Naturali (DAFNE)
Responsabile scientifico: Prof.ssa Roberta Bernini
Partecipanti: Prof. Luca Santi, Dott.ssa Mariangela Clemente (dottoranda di ricerca)
Durata (data di inizio/data di fine): 01/11/2017 – 31/10/2020
Oggetto della ricerca: sulla base della consolidata esperienza dei ricercatori del DAFNE nel settore delle sostanze naturali, il progetto di dottorato ha come obiettivo la produzione di estratti e molecole, con particolare riferimento a quelle a struttura fenolica, utilizzando come materie prime matrici vegetali selezionate ed alcune tipologie di sottoprodotti di lavorazioni agroindustriali con tecnologie sostenibili e la valutazione delle attività biologiche degli estratti e dei prodotti ottenuti.
La ricerca mira a coniugare i principi della “Chimica Verde”, applicati nel Laboratorio del DAFNE da oltre un decennio, a quelli di recente introdotti dalla nuova strategia economica denominata “Economia Circolare”.
In particolare, il progetto si propone di ottenere estratti, soluzioni concentrate e polveri standardizzate in principi attivi da matrici vegetali e di scarto derivanti da materiale vegetale e processi agroindustriali da utilizzare come tali e/o dopo averli funzionalizzati tramite metodologie sostenibili per modularne le proprietà chimico-fisiche e ottenere nuove molecole con potenziale attività biologica tramite procedure di semi-sintesi.
Gli estratti tal quali e funzionalizzati, e le nuove molecole saranno caratterizzati con tecniche strumentali avanzate disponibili presso il Laboratorio del DAFNE e il Centro Grandi Attrezzature di Ateneo; inoltre, saranno sottoposti a saggi di attività biologica in vitro, in particolare antiossidante, anti-infiammatoria, antimicrobica ed antitumorale, grazie alle numerose collaborazioni scientifiche che il gruppo di ricerca del DAFNE ha instaurato con vari ricercatori dell’ateneo e di altre università ed enti di ricerca nazionali/internazionali.
In funzione dei risultati ottenuti, gli estratti e le nuove molecole potranno essere utilizzati come ingredienti di formulazioni nutraceutiche, cosmetiche e farmaceutiche; al tempo stesso, potranno trovare applicazione nel settore zootecnico e veterinario come integratori alimentari; nel settore agronomico per la difesa e la conservazione dei prodotti vegetali in campo e/o nella fase di post-raccolta; nel settore del packaging alimentare per la produzione di materiali innovativi con azione antiossidante e/o antimicrobica.
STUDIO DELLE PROPRIETA’ REOLOGICHE E DI PASTIFICAZIONE DI FRUMENTI DURI “HIGH AMYLOSE” E MIGLIORAMENTO GENETICO DELLE RESE
Ente finanziatore: BARILLA G. E R. FRATELLI SPA
Unità di Ricerca
Responsabile scientifico
Partecipanti:
Durata (data di inizio/data di fine): 01/12/2016 – 30/09/2018
L’amido è costituito da due polimeri glucanici, l’amilosio e l’amilopectina, che differiscono nella lunghezza delle catene e nel grado di ramificazione. La manipolazione del rapporto amilosio-amilopectina consente la produzione di amidi con nuove proprietà chimico-fisiche. In quest’ottica particolarmente interessanti sono le linee di frumento che contengono un elevato contenuto di amilosio. É stato, infatti, dimostrato che l’aumento della percentuale di amido resistente, riscontrata negli “amidi ad alto contenuto di amilosio” (HAS), apporta notevoli benefici alla salute umana, riducendo il rischio di importanti malattie quali il cancro al colon, il diabete, l’osteoporosi e obesità. Un altro aspetto importante per l’industria alimentare riguarda il miglioramento della qualità della pasta prodotta con semola con HAS rispetto a quella prodotta con semole normali. La strategia utilizzata per l’ottenimento di HAS consiste nella manipolazione delle vie biosintetiche dei due polimeri che costituiscono l’amido, l’amilosio e l’amilopectina. La mancanza di attività di una classe enzimatica coinvolta nella sintesi dell’amilopectina, SBEIIa, è stato associato, in frumento, a genotipi caratterizzati da un notevole incremento della percentuale di amilosio. Nella precedente convenzione sono state prodotte linee mutanti di frumento duro derivanti da Svevo in cui gli enzimi SBEIIa e SSIIa sono stati completamente silenziati. Tali linee sono caratterizzate da un elevato contenuto di amilosio e di amido resistente tuttavia è stato riscontrato un abbassamento delle rese, notevole nelle linee SSIIa e meno consistente in quelle SBEIIa.
Nell’ ambito della convenzione, al fine di migliorare le rese dei mutanti SBEIIa e SSIIa verrà effettuato un incrocio con un mutante TILLING, caratterizzato da un aumento delle dimensioni del seme associato al silenziamento del gene Gw2A1 recentemente identificato.
Studio sulla presenza di Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) su polline di actinidia.
Ente finanziatore: risorse dei ricercatori
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia,
Durata: Gennaio 2017 – Dicembre 2017
Abstract
Il polline di Actinidia spp. può essere il vettore dell’agente del cancro batterico dell’actinidia (Psa). Monitoraggi, campionamenti ed analisi sono in corso in tutte le aree del mondo dove la coltivazione dell’actinidia e la produzione dei frutti di kiwi rivestono particolare rilevanza agroeconomica considerata la diffusione pandemica di questa batteriosi.
Obiettivo
Valutare la presenza o meno di Psa su polline proveniente da piante apparentemente sane. Gli studi hanno confermato come il polline di piante di actinidia proveniente dall’Argentina, anche in una situazione asintomatica, sia in grado di supportare la sopravvivenza e la diffusione dell’agente causale del cancro batterico dell’actinidia (Psa).
Pubb UNITUS – DAFNE
G.M. Balestra, G. Buriani, A. Cellini, I. Donati A. Mazzaglia and F. Spinelli (2017). First report of Pseudomonas syringae pv. actinidiae on kiwifruit pollen from Argentina. Plant Disease https://doi.org/10.1094/ PDIS-04-17-0510-PDN.
Interlaboratory test performance study (TPS) for the evaluation of molecular methods to detect Xylella fastidiosa in the vector Philaenus spumarius
Ente finanziatore EU EUPHRESCO (17-XFAST-EU)
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. BALESTRA G.M.
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia, PhyDia srl
Durata Maggio 2017 – Febbraio 2018
Abstract
The test performance study (TPS) is a way in which the performances of one or more methods are assessed. For this test, standardized samples were prepared with known status regarding the presence of the target pathogen. In addition naturally infected samples were also used.
These were sent out to participating laboratories that analyze them using the provided protocols. The organizer analyzed the results and provided a report detailing all participants’ results in confidential manner together with actual sample status.
This test performance study aims to assess the efficiency and accurateness of different molecular methods used for the detection of the bacterium Xylella fastidiosa into the insect vector Philaenus spumarius. The study is part of the research activities aiming at implementing and validating reliable and sensitive detection procedures for X. fastidiosa in the framework of the following ongoing European projects:
– EUPHRESCO project (2015-F-146) “Harmonized protocol for monitoring and detection of Xylella fastidiosa in its host plants and its vectors”
– H2020 “POnTE – Pest Organisms Threatening Europe (635646)” – Work package 4: “Implementation and validation of diagnostic kits for early and rapid detection of target pathogens in host plants and vectors”
This test performance study has been organized in accordance with the EPPO 7/122 guideline and the following performance criteria have been considered in the data analyses:
The diagnostic methods evaluated during this TPS included several molecular approaches described in the EPPO diagnostic protocol 7/24 (2). The detailed laboratory procedures tested in the different laboratories are reported in the technical sheet in Annex I. The samples were processed either manually or, according to the kit or protocol, using automatized platforms.
IMPORTANT NOTES: In order to provide to all laboratories the same materials and to avoid any risk related to the movement of infective materials, samples were prepared by spiking inactivated bacterial suspensions of Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa (ATCC35879) into crushed insects prepared according to each extraction method. This condition may have affected the yield of bacterial target DNA using the different extraction methods. Thus, the results obtained may not reflect the performances of these methods achieved when using fresh infected samples.
1.2 Organizers
This study has been conceived and promoted by the French Agency for food, environmental and occupational health and safety (Anses), Plant health laboratory, Bacteriology Virology and GMO
unit, Angers (France), and implemented in collaboration with Anses – Plant health laboratory,
RAPT, Saint Pierre de La Réunion, France.
1.3 Participating Laboratories
Participant laboratories are listed below. During the test they have been identified with an anonymous identification code, ensuring results confidentiality. Laboratories AGES, Department for Molecular
Diagnostics of Plant Diseases, Biology and Ecology of Soil Microbiota, Institute for Sustainable Agriculture ( CSIC), Central laboratory for plant quarantine, Centro di difesa e certificazione, CREA, CIHEAM-IAMB, Danish Veterinary and Food Agency, Ringsted Laboratory, DEFRA (FERA Science LTD), Departement for Agriculture and Forest Sciences (DAFNE), University of Tuscia, French Agency for food, environmental and occupational health and safety (Anses), LSV, UBVO, ILVO Plant Health Belgium Instituto por la protezione sostenibile, CNR UNIBA, Dipartimento di Scienze del Suolo, della Planta e delli Alimenti, Institute Valenciano de Investigaciones agrarias (IVIA), Bacteriology, Julius Kuehn-Institute – (JKI), Institute for national and international plant health, Braunschweig.
METODO DI VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE PIANTE MICORRIZATE CON FUNGHI DEL GEN. TUBER BASATO SULLA CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA DELLE MICORRIZE
INTEGRATA DA ANALISI BIOMOLECOLARE
Ente finanziatore: Società Coop. Agricola 3
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia, PhyDia srl
Durata: 4/2017 – 3/2018
Abstract
L’attività prevede di certificare piante d’interesse vivaistico e quindi la loro messa a dimora in pieno campo, con una loro effettiva micorrizzazione con funghi del genere Tuber.
L’obiettivo è quello di implementare il valore economico e produttivo di differenti specie vegetali cosi da incrementare le attività vivaistiche nel settore della produzione di piante micorrizzate.
Strategie per la riduzione e possibili alternative all’utilizzo del rame in agricoltura biologica-ALTRAMEinBIO
Ente finanziatore MIPAAF
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. GM BALESTRA
Partecipanti: Drr. Geremia Giovanale, Giulia Bischetti
Durata (data di inizio/data di fine) 24/03/2015 – 14/05/2018
Link: http://www.sinab.it/ricerca/altrameinbio-strategie-la-riduzione-e-possibili-alternativeall%E2%80%99utilizzo-del-rame
Abstract
Il progetto ALT.RAMEinBIO, a cui hanno partecipato CREA-DC (coordinatore), CRA-ING, Fondazione Edmund Mach (FEM) di San Michele all’Adige, Centro di Sperimentazione Laimburg – Versuchszentrum Laimburg – Laimburg Research Center, Università degli Studi della Tuscia, DAFNE, FIRAB, ha permesso di conseguire i seguenti risultati per unità operativa di cui si rimanda nche al sito web dedicato. CREA-DC. Ha analizzato la normativa nazionale ed europea in materia di gestione delle avversità in agricoltura biologica con particolare riferimento alla gestione dei patogeni fungini, degli oomiceti e dei batteri per il cui contenimento il rame risulta essere, al momento, l’unica molecola efficace. Individuazione di sostanze di origine naturale alternative al Cu sulle quali investigare, anche alla luce delle evidenze derivanti da precedenti studi effettuati a livello nazionale ed internazionale in collaborazione con Laimburg, FEM, UNITUS-DAFNE). E’ stato costituito un Gruppo Operativo (GO) per dibattere sulle strategie da adottare, in linea con le politiche europee, per la riduzione e/o sostituzione del Cu come anticrittogamico. Il GO prevede una cabina di regia che svolgerà attività di supporto tecnico-consultivo all’Ufficio Agricoltura Biologica del MIPAAF ed un tavolo tecnico con il coinvolgimento degli operatori biologici, dei produttori di mezzi tecnici e di alcuni esperti europei in modo da individuare soluzioni condivise a livello europeo sulla problematica connessa all’utilizzo del rame come anticrittogamico in agricoltura biologica. Ha valutato i processi autorizzativi da seguire per rendere utilizzabili, nella pratica agricola, i composti rivelatisi efficaci nel corso delle prove. Ha selezionato prodotti alternativi al Cu, a basso titolo cuprico da utilizzare, in in viticoltura nei confronti di Plasmopara viticola (prove di laboratorio, serra e campo) ed in orticoltura (pomodoro) nei confronti di Phytophthora infestans (prove di laboratorio e serra). Le prove volte a valutare l’effetto inibitorio dei prodotti sullo sviluppo miceliare di P. infestans hanno evidenziato un effetto di inibizione totale svolto dal formulato a base di rame e minerali zeolizzati, dall’estratto di foglie di liquirizia, dal formulato Armicarb a base di bicarbonato di potassio e dal formulato Serenade Max a base di Bacillus subtilis ceppo QST 713. È stata ottenuta un’inibizione lievemente inferiore della crescita del micelio con l’impiego del chitosano cloridrato, dell’estratto di Yucca schidigera, dell’estratto di Abies sibirica e del formulato Bioequi a base di borlanda fluida da melasso di barbabietola, equiseto e timo. Ha esplicato, invece, una scarsissima attività inibitoria l’estratto di semi di pompelmo. Le prove volte a valutare l’effetto dei prodotti sulla germinazione degli sporangi hanno evidenziato una notevole attività inibitoria esplicata dal chitosano cloridrato, simile a quella ottenuta con l ’impiego del prodotto rameico di riferimento. Risultati molto buoni, anche se leggermente inferiori, sono stati ottenuti con il bicarbonato di potassio e il formulato Bioequi a base di borlanda fluida da melasso di barbabietola, equiseto e timo. Le saponine estratte da Yucca schidigera, hanno evidenziato un effetto inibitorio di poco inferiore al bicarbonato di potassio e al Bioequi. Scarsa è invece risultata la capacità di inibire la germinazione degli sporangi da parte dell’estratto di Abies sibirica e del
formulato a base di estratto di semi di pompelmo. Non è stato possibile effettuare le letture al microscopio, per valutare l’effetto inibitorio sulla germinazione degli sporangi, dell’estratto di
foglie di liquirizia, del formulato a base di rame e minerali zeolizzati e del formulato Serenade Max, a causa di difficoltà di lettura legate alla torbidità o alla composizione. Ha coinvolto le Associazioni
di mezzi tecnici. Organizzato un convegno al termine del progetto per presentare i risultati e discutere le possibili applicazioni pratiche. UNITUS-DAFNE: Le prove in vivo sono state svolte nelle serre dell’Azienda Agraria Didattico-Sperimentale “N. Lupori” dell’Università degli Studi della Tuscia. Caratteristiche del risultato. I risultati evidenziano l’attività dell’idrossido di rame nei confronti di Pst, ma entro 7 gg. Inoltre è stato evidenziato come, utilizzando una miscela di un estratto vegetale (Cumarina, 1g/L) ed idrossido di rame ad ½ della concentrazione della dose di campo, similarmente a quando l’idrossido di rame è utilizzato alla dose piena di campo (DC), si ottiene una significativa riduzione della moltiplicazione batterica Pst. Questa miscela, inoltre, ha evidenziato un minor effetto brachizzante rispetto all’idrossido di rame alla dose di campo, permettendo uno sviluppo maggiore ed un’area fotosintetizzante più estesa. Po ssibili utilizzazioni del risultato. I dosaggi rameici impiegati e le sostanze di origine naturale impiegate forniscono interessanti informazioni per sviluppare prove di pieno campo. Se confermati, i risultati ad oggi ottenuti, sembrano consentire di ridurre notevolmente i quantitativi dei Sali di rame per il controllo di Pst. Livello di maturità del risultato. I risultati attualmente conseguiti sono estremamete interessanti ed applicativi; tuttavia si ritiene che necessitno di ulteriori prove in vivo prima di essere trasferiti. Definizione delle attività/caratteristiche necessarie per far adottare il risultato. In associazione al punto precedente, è opportuno acquisire ulteriori informazioni mediante ulteriori future prove sperimentali a conferma di quanto ad oggi ottenuto, per una loro compiuta adozione. FEM Sia per le prove in campo che per quelle di laboratorio le sperimentazioni si sono svolte presso le strutture e i vigneti della Fondazione Mach di S. Michele all’Adige (TN). Il vigneto sperimentale rappresenta la realtà produttiva della zona sia per quanto riguarda la varietà (pinot grigio) che per il sistema di allevamento (pergola doppia) tradizionale delle zone di fondovalle notoriamente più interessate dagli attacchi di peronospora. Caratteristiche del risultato. Le sperimentazioni in campo e laboratorio si sono concluse. L’impiego dell’estratto di equiseto per la difesa da peronospora, nelle condizioni dell’ambiente trentino, non garantisce un’efficacia elevata (grado di attacco su grappolo = 42.2%) rispetto al rame impiegato a 200 o 400 g/ha. Le prove di laboratorio confermano la minore efficacia degli equiseti su foglia rispetto al rame. Possibili utilizzazioni del risultato. I risultati forniscono indicazioni precise per l’agricoltore ed il tecnico di campo sui limiti dei prodotti testati ed il loro impiego per la lotta alla peronospora. Livello di maturità del risultato. Le sperimentazioni in campo e laboratorio si sono concluse. I risultati sono trasferibili nel breve periodo in quanto si svolgono in condizioni rappresentative dell’ambiente trentino. In particolare l’annata 2016, caratterizzata da forti attacchi di peronospora, ha permesso di valutare le criticità dei prodotti testati. Definizione delle attività/caratteristiche necessarie per far adottare il risultato. La FEM svolge tradizionalmente funzioni di consulenza tecnica e divulgazione alle aziende biologiche e pertanto il trasferimento dei risultati sul territorio può avvalersi di iniziative e modalità già in essere quali periodici incontri in campo con agricoltori, giornate tecniche a tema, visite agli impianti sperimentali durante al stagione. CRA – ING Per la parte di rilievi informativi di campo l’attività è stata svolta presso un vigneto biologico. L’approccio modellistico potrà essere applicato anche in altre aree laddove siano presenti i dati meteo-climatici e quelli legati alla fenologia della pianta e alla patologia del patogeno. Per la parte di modellistica è stata collocata una centralina (Davis Vantage Pro 2, modello wireless) nel sito di prova per registrare i dati meteo-climatici. I dati sono acquisiti attraverso un sistema GPRS autoalimentato che invia i dati su internet tramite una SIM: Vantage Connect®. Il sistema Vantage Connect® è posizionato a bordo della centralina per la trasmissione a distanza. I dati sono raccolti sul campo ogni 15 minuti e confluiscono su un server per poi essere scaricati anche in remoto. Il modello previsionale PLSDA, è un modello misto o meglio definito come statistico-deterministico. La variabile di risposta (Y) è rappresentata dal valore differenziale giornaliero di disease incidence e disease severity. Le variabili indipendenti (X) sono rappresentate dai dati meteo-climatici
(temperatura del Goidanich, precipitazioni, temperatura e umidità relativa dell’aria, bagnatura fogliare, radiazione solare, velocità e direzione del vento) e da quelli fisiologici-funzionali deterministici [fase fenologica in accordo con la chiave di identificazione di Baggiolini (Baggiolini, 1952) modificata e relativa classe di rischio di infezione]. Caratteristiche del risultato. Predizione quantitativa del grado di attacco peronosporico primario (modello assoluto) e di attacco secondario (modello adattativo), sia utilizzando la variabile di risposta di incidence che di severity. La predizione è rilevata come percentuale. Al di sopra del 30% di probabilità di attacco, si suggerisce di trattare la tesi PLSDA. Possibili utilizzazioni del risultato. a) istituzioni politiche e amministrative di livello nazionale e internazionale (Ufficio Agricoltura Biologica del Mipaaf),
Gruppo Operativo; b) data la natura “digitale” dell’informazione prodotta, l’utilizzazione è particolarmente vocata per sistemi web based di divulgazione: siti web e piattaforme del settore (es. SINAB, RIRAB, CREA, FIRAB) che potranno essere aggiornate, anche attraverso l’interfaccia dell’Istituzione Ministeriale di coordinamento (Ufficio Agricoltura Biologica del Mipaaf), mettendo a disposizione rapidamente i risultati agli operatori; c) Informazione agli agricoltori, centri di divulgazione e disseminazione sviluppando valutazioni sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari al fine di ottimizzare l’azione di distribuzione di tali prodotti anche a seguito dell’uso di modelli previsionali dell’insorgenza della peronospora e dell’utilizzo di molecole protettive innovative a basso impatto. Livello di maturità del risultato. Immediatamente trasferibile a patto dei necessari investimenti. Definizione delle attività/caratteristiche necessarie per far adottare il risultato. a) Riunioni con Mipaaf, Ufficio Agricoltura Biologica del Mipaaf; b) Riunioni UU.OO. e Gruppo Operativo; c) Aggiornamento informativo siti web;
d) Workshops e pubblicazioni. È stato organizzato il 14 giugno 2017, presso il Centro di ricerca Difesa e Certificazione (CREA-DC), il convegno dal titolo «È POSSIBILE UN’AGRICOLTURA BIOLOGICA SENZA L’IMPIEGO DEL RAME?» LA RICERCA RISPONDE E SI CONFRONTA CON IL SETTORE. Sono stati realizzati opuscoli informativi sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dai diversi partner del progetto. Sono stati predisposti tre diversi opuscoli per i tre comparti in studio: viticolo, frutticolo ed orticolo..
Pubb UNITUS – DAFNE
GIOVANALE G., FORTUNATI E. MAZZAGLIA A. BALESTRA G.M. (2017). POSSIBILITIES OF COPPER REDUCTION IN CONTROL OF TOMATO BACTERIAL DISEASES. JOURNAL OF PLANT PATHOLOGY, 99, S27.
BISCHETTI G., GIOVANALE G., MAZZAGLIA A., FORTUNATI E., BALESTRA G.M. (2018). STRATEGIES FOR ORGANIC CONTROL OF TOMATO BACTERIAL SPOT. XV MEETING OF THE WORKING GROUP ‘BIOLOGICAL AND INTEGRATED CONTROL OF PLANT PATHOGENS’ BIOCONTROL PRODUCTS: FROM LAB TESTING TO PRODUCT DEVELOPMENT. LLEIDA, 23-26 APRIL 2018, SPAGNA.
Ring test europeo per l’isolamento e l’identificazione su tessuti legnosi di Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) agente causale del cancro batterico dell’actinidia.
Ente finanziatore: ERA-NET 266505 EUPHRESCO II PSADID (Pseudomonas syringae pv. actinidiae (PSA): diagnosis, detection, identification and study of epidemiological aspects – PSADID.
Unità di Ricerca DAFNE UNITUS
Responsabile scientifico Prof. BALESTRA G.M.
Partecipanti: Dr. A. Mazzaglia
Durata Novembre 2017 – Maggio 2018
Abstract
Il cancro batterico dell’actinidia causato dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) è responsabile oggi di una pandemia che interessa tutte le aree del mondo dove la coltivazione dell’actinidia e la produzione dei frutti di kiwi, di cui l’Italia è leader mondiale nella produzione e nell’esportazione, rivestono un ruolo economico di assoluta rilevanza.
Obiettivo
Validare una strategia di isolamento e di identificazione di Psa mediante una serie di specifici saggi di sviluppati e comparati tra i principali laboratori europei interessati alla problematica Psa. I risultati sono stati particolarmente importanti ed hanno permesso di stabilire importanti indirizzi utilizzabili sia dai servizi fitosanitari nazionali, sia da tutto l’indotto interessato alla produzione e commercializzazione di piante di Actinidia spp.
Pubb DAFNE – UNITUS
Stefania Loreti, Amandine Cunty, Nicoletta Pucci, Aude Chabirand, Emilio Stefani, Adela Abelleira, Giorgio M. Balestra, Deirdre A. Cornish, Francesca Gaffuri, Davide Giovanardi, Richard A. Gottsberger, Maria Holeva, Aynur Karahan, Charikleia D. Karafla, Angelo Mazzaglia, Robert Taylor, Leonor Cruz, Maria M. Lopez, Joel L. Vanneste, Françoise Poliakoff (2018). Performance of diagnostic tests for the detection and identification of Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) from woody samples. Eur. J. Plant Pathol. 1-20, https://doi.org/10.1007/s10658-018-1509-5
“IRCARN – Studio di Interventi per la Riduzione della Concentrazione degli Aerodispersi durante la Raccolta meccanizzata delle nocciole”
I risultati delle sperimentazioni programmate nell’ambito del presente progetto potranno avere grande impatto nel settore corilicolo e nei territori ove questo è diffuso. Occorre evidenziare come non siano disponibili in letteratura tracce di sperimentazioni simili né in Italia né all’estero: la stessa Università della Tuscia, che da diversi anni si occupa del problema, non ha proposto soluzioni analoghe in passato. Si ritiene, in base all’esperienza pregressa, e ad esperienze in altri settori (es.: lavorazioni nel settore minerario), che gli interventi proposti con il presente progetto abbiano rilevanti possibilità di successo.
in costruzione
Un database viticolo italiano, ad approccio multidisciplinare, per la conoscenza e la valorizzazione dei genotipi regionali
http://www.vitisdb.it/varieties/list
Finaziato da AGER
Responsabile del progetto dell’UO di Viterbo: Dott. Massimo Muganu
Partecipante del progetto dell’UO di Viterbo: Dott. Marco Paolocci
Il progetto “Database viticolo italiano, ad approccio multidisciplinare, per la conoscenza e la valorizzazione dei genotipi regionali” (Bando AGER- Viticoltura da vino) si inserisce nella tematica della salvaguardia e valorizzazione della biodiversità della vite ed ha come oggetto lo studio dei vitigni regionali e la restituzione dei risultati mediante un sistema informativo che ne consenta l’agevole fruizione ed applicabilità da parte di ricercatori, tecnici e operatori del settore viti-vinicolo. L’attività prevista, attraverso l’uso integrato di protocolli consolidati e di metodologie avanzate per la caratterizzazione morfologica e molecolare dei vitigni, la valutazione delle loro attitudini colturali e l’analisi delle caratteristiche compositive e qualitative delle uve, intende conseguire conoscenze utili e applicabili al potenziamento delle produzioni tradizionali, alla prospezione di nuovi prodotti e di sistemi di gestione della vite a ridotto impatto ambientale. Oltre ad accessioni di Vitis vinifera subsp. sativa verranno analizzate anche accessioni di Vitis vinifera subsp. sylvestris che alcune recenti indagini hanno evidenziato essere importanti dal punto di vista scientifico, sia per comprendere l’origine e l’evoluzione dei vitigni, sia come fonte di conservazione della biodiversità genetica del genere Vitis. Tutte le nuove classi di dati che scaturiranno dall’utilizzo dei più innovativi mezzi di indagine per la caratterizzazione dei vitigni regionali saranno convogliate in un database viticolo nazionale dei vitigni italiani
Partecipanti al progetto sono le seguenti Istituzioni:
L’attività dell’U.O. di Viterbo consisterà nella caratterizzazione e valutazione di accessioni appartenenti a vitigni autoctoni principali e minori del territorio laziale mediante: rilievi ampelografici e ampelometrici secondo la Descriptor list OIV e con uso del software Superampelo; osservazioni istoanatomiche su acino e foglia mediante microscopia ottica ed elettronica; analisi del polimorfismo di 9 loci microsatelliti secondo il protocollo comune stabilito nel progetto.
Valorizzazione della produzione del Grana Padano per il controllo di filiera e l’ottimizzazione dei processi produttivi
L’efficacia della normativa europea sulle certificazioni di origine per i prodotti agricoli e trasformati
Il gruppo di lavoro è formato da:
Anna Carbone- DAFNE- Università della Tuscia
Alessandro Sorrentino – DEIM- Università della Tuscia
Julie A. Caswell – RESECON- UMASS, USA
Francesca Galli – DAGA – Università di PISA
Il Progetto di ricerca consiste nell’analisi economica delle sinergie e delle eventuali incompatibilità tra i diversi obiettivi che la normativa europea attribuisce alle certificazioni di origine dei prodotti alimentari.
L’analisi è svolta applicando per la prima volta ad una valutazione ex-post di questo tipo l’analisi Multicriteri, peraltro ampiamente utilizzata nella valutazione delle politiche economiche e sociali in altri ambiti ed ex-ante. L’attuale fase di revisione dell’insieme dei regolamenti europei sulla garanzia e certificazione della qualità degli alimenti, rende particolarmente attuale e rilevante una analisi di portata generale che non sia limitata al singolo caso studio e che utilizzi dati secondari e sia quindi estendibile all’intero paniere delle DOP-IGP italiane ed europee.
Il ruolo di DOP e IGP nella creazione di valore e nella competitività delle produzioni di eccellenza del sistema agroalimentare italiano
Il gruppo di lavoro è formato da:
Anna Carbone- DAFNE- Università della Tuscia
Alessandro Sorrentino – DEIM- Università della Tuscia
Francesca Galli – DAGA – Università di PISA
La ricerca si propone di generare diversi tipi di output. In primo luogo ha per obiettivo la costruzione di una banca dati su tutte le DOP ed IGP ad oggi esistenti in Italia. La carenza di rilevazioni sistematiche è infatti il fattori limitante primario della possibilità di analizzare oggettivamente e comparativamente la performance di questi strumenti di garanzia. Inoltre viene offerta una valutazione della efficacia delle DOP da diversi punti di vista (consumatori, agricoltori, trasformatori ed altri soggetti coinvolti nella gestione e nell’utilizzo delle DOP/IGP). L’analisi per ora ha riguardato i comparti dei formaggi e degli olii.
Prof. Anna Carbone
Il potenziale ruolo della certificazione di qualità e di origine nello sviluppo economico dei territori rurali in Serbia
Il gruppo di lavoro è formato da:
Anna Carbone – DAFNE- Università della Tuscia
Alessandro Sorrentino – DEIM- Università della Tuscia
Biljana Panin – DAFNE- Università della Tuscia
e University of Novisad, Serbia
La Serbia è un piccolo paese con un bassissimo PIL pro capite ed un elevato ruolo del settore primario nell’economia. La sua recente apertura all’economia di mercato, la sua progressiva integrazione nel mercato europeo e le sue ridotte dimensioni territoriali nel fanno un caso interessante di potenziale ottimo utilizzatore delle certificazioni di origine per prodotti alimentari dalla forte identità geografica. In effetti, nell’ultimo anno in Serbia sono state registrate numerose DOP-IGP che inizieranno ad essere operative nei prossimi mesi ed anni.
In particolare, l’analisi programmata, si concentra su due prodotti: i lamponi ed il cavolo bianco importanti sia per il mercato interno che per quelli di esportazione. Una analisi di mercato ad hoc verrà svolta nei mesi autunnali dai partner serbi della ricerca, mentre il piano dell’indagine e definito in cooperazione tra tutti i membri del team.
Prof. Anna Carbone
I prodotti tipici della Tuscia: creazione di valore, competitività e ricadute sui territori rurali
Il gruppo di lavoro è formato da:
Alessandro Sorrentino – DEIM- Università della Tuscia
Anna Carbone- DAFNE- Università della Tuscia
Francesca Galli – DAGA – Università di PISA
Il lavoro si propone di far luce sulle condizioni che favoriscono le potenzialità offerte dalle certificazioni di origine degli alimenti in termini di creazione di valore, competitività e più generali effetti di vitalità socio economica nei territori rurali. Infatti in letteratura si mostra come non sempre i benefici delle certificazioni di qualità vengono distribuiti lungo tutti gli attori della filiera ma restano appannaggio degli anelli finali, più vicini al consumatore e meno legati alla fase agricola ed al territorio che genera le materie prime. Coordinamento e coesione delle filiere e scelta di alcuni privilegiati canali commerciali e mercati finali di sbocco possono essere cruciali a tal fine, l’analisi si concentra appunto su questi aspetti. A partire da una ricostruzione teorica del modo di funzionare delle filiere dei prodotti tipici di qualità, si giunge a definire un piano di indagine di campo su alcuni prodotti chiave per la reputazione della Tuscia come territorio vocato nella produzione di prodotti tipici di eccellenza.
Si è concluso il Progetto sul “Miglioramento qualitativo e la valorizzazione commerciale dell’olio extravergine di oliva DOP della Provincia di Viterbo, del miglioramento delle condizioni di coltivazione delle olive e la tutela del paesaggio della Tuscia” nell’ambito del progetto integrato di filiera (P.I.F.) finanziato dalla Regione Lazio (COD.RL073) che ha visto il coinvolgimento e la collaborazione di diversi operatori della filiera dell’olivo, di olivicoltori, della Soc. Agricola Colli Etruschi di Blera e dell’Università della Tuscia (Azienda Agraria D-S “Nello Lupori”, D.A.F.N.E. e D.I.B.A.F.)
Relazione tra i meccanismi di acquisizione dello zolfo e del ferro in piante a Strategia I e Strategia II
L’obiettivo di questo lavoro sarà quindi quello di studiare la relazione tra S e Fe ed, in particolare, di chiarire il ruolo dello S meccanismi fisiologici associati alla risposta alla Fe-carenza in piante a Strategia I e II.[pagina in costruzione]
PRIN 2017 TarHegh
Title: “Targeting Hedgehog pathway: virtual screening identification and sustainable synthesis of novel Smo and Gli inhibitors and their pharmacological drug delivery strategies for improved therapeutic effects in tumors”
Durata: 29/10/2019 – 29/04/2023
Finanziamento: 1.197.192,69 Euro
Abstract. In recent years, the Hedgehog (Hh) pathway has emerged as the most promising target for the development of anticancer drugs. A variety of Smo antagonists have been developed but their clinical use has failed due to different issues such as pharmacokinetics and the emergence of drug resistance. For this reason, the discovery of new effective Hh inhibitors is needed. The present project will be devoted to the modulation of the Hh signaling pathway by new chemical entities (NCE) designed by coupling synthetic feasibility criteria with pharmacophoric and steric features. In particular, this ambitious proposal would lead to selection, prioritization and optimization of new classes of compounds by a ligand-based molecular modeling or structure-based approaches and their synthesis through innovative and sustainable chemical processes, a priority of modern chemistry. Furthermore, the study will be aimed at developing of suitable delivery technologies in order to provide a viable alternative for cancer therapy.
Unità di Ricerca
Università degli Studi di Roma La Sapienza – Responsabile scientifico: Prof. Giancarlo FABRIZI
Università degli Studi della Tuscia – Responsabile scientifico: Prof.ssa Roberta BERNINI
Università degli Studi di Bologna – Responsabile scientifico: Prof. Paolo BLASI
Università degli Studi di Milano – – Responsabile scientifico: Prof. Daniele PASSARELLA
Università degli Studi di Padova – – Responsabile scientifico: Prof. Stefano SALMASO
Centro Nazionale delle Ricerche – – Responsabile scientifico: Dott. Davide PIROLLI
Progetto ARSIAL “Cultura del cibo, benessere e cucina naturale”
Durata: 01/10/2021 – 31/12/2022
Finanziamento: 80.000 Euro
Unità di Ricerca
Università degli Studi di Roma Tor Vergata – Responsabili scientifici: Prof. Nicola DI DANIELE, Prof.ssa Annalisa NOCE
Università degli Studi della Tuscia – Responsabile scientifico: Prof.ssa Roberta BERNINI
Università degli Studi di Firenze – Responsabile scientifico: Prof.ssa Patrizia PINELLI
Finalità. Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare alcuni alimenti di origine vegetale prodotti nella Regione Lazio, quotidianamente assunti con la dieta mediterranea, grazie alla loro caratterizzazione chimica nel contenuto di molecole bioattive e agli studi di attività biologica in vitro e in vivo per la prevenzione di patologie correlate all’invecchiamento cellulare e di quelle croniche-degenerative non trasmissibili. Oltre alle tre strutture di ricerca, il progetto vede il coinvolgimento di piccole e medie imprese del settore agro-alimentare e di istituti di istruzione scolastica della Regione Lazio.
Progetto OLIVIA “Declino cognitivo, perdita di funzionalità muscolare e alterazioni del microbiota intestinale associati all’invecchiamento: effetti protettivi dell’idrossitirosolo, componente dell’olio di oliva e di estratti da sottoprodotti oleari” OLIVIA (Olio anti neuromuscoLo InVecchIAmento) – Codice Progetto A0375E0161 (Domanda PROT. A0375-2020-36407)
CUP: B55F21003560008
Contributo concesso: € 150.000
Responsabili scientifici: Prof.ssa Roberta BERNINI – Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE); Prof.ssa Carla CARUSO – Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB)
Abstract
Declino cognitivo, perdita di massa e forza muscolare, alterazioni della composizione del microbiota intestinale sono tratti patologici cronici legati all’invecchiamento che possono essere prevenuti o ritardati con la dieta mediterranea. L’idrossitirosolo (HTyr) è un composto fenolico presente nell’olio extravergine di oliva che può esercitare un effetto protettivo in diverse patologie croniche associate all’età grazie alle sue proprietà antiossidante, antinfiammatoria e neuroprotettiva. Recenti risultati pubblicati dal gruppo di ricerca hanno dimostrato che l’HTyr svolge un’attività pro-neurogenica, stimolando la proliferazione delle cellule staminali e progenitrici nelle nicchie neurogeniche del cervello in topi anziani e aumentando la sopravvivenza dei nuovi neuroni prodotti. Il presente progetto si propone di studiare in un modello animale di invecchiamento i potenziali effetti benefici del trattamento per via orale con HTyr e con estratti arricchiti in HTyr ottenuti dai sottoprodotti della produzione olearia tramite tecnologie innovative e sostenibili.
In particolare, il progetto è articolato nei seguenti WP:
WP1. Produzione di HTyr e di estratti arricchiti in HTyr. Responsabile: Prof.ssa Roberta Bernini – Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE)
WP2. Effetti di HTyr e di estratti arricchiti sulla neurogenesi e le capacità cognitive di topi anziani. Responsabili: Dott.ssa Laura Micheli e Dott. Felice Tirone – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare (CNR-IBBC)
WP3. Effetti di HTyr e di estratti arricchiti sulla funzionalità del muscolo scheletrico in topi anziani. Responsabile: Dott.ssa Maurizia Caruso – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare (CNR-IBBC)
WP4. Effetti di HTyr e di estratti arricchiti sulla composizione del microbiota intestinale di topi anziani. Responsabili: Prof. Carla Caruso e Dott.ssa Laura Bertini – Università degli Studi della Tuscia, Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB).
Partners
– Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare (CNR-IBBC), Monterotondo (Roma): Dott. Felice Tirone (Coordinatore del progetto), Dott.ssa Laura Micheli, Dott.ssa Maurizia Caruso, Dott.ssa Manuela Ceccarelli, Dott. Giorgio D’Andrea, Dott.ssa Agnese Bonato.
– Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE): Prof.ssa Roberta BerninI; Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB): Prof.ssa Carla Caruso, Dott.ssa Laura Bertini; Dott.ssa Gaia Salvatore FALCONIERI.
Link
https://ec.europa.eu/regional_policy/it/funding/erdf/2014-2020
http://www.lazioinnova.it/bandi-post/progetti-gruppi-ricerca-2020
Il comportamento di Ayous (Triplochiton scleroxylon K. Schum.) termo-trattato nei confronti della esposizione agli agenti atmosferici
Ente finanziatore: Vasto Legno
Unità di ricerca: DAFNE
Responsabile scientifico e Gruppo di lavoro: Prof. Angela Lo Monaco; Prof. Rodolfo Picchio; Dott. Rachele Venanzi
Durata: 2019-2020
Obiettivo: l’obiettivo della collaborazione è la valutazione delle caratteristiche del legno termotrattato di Ayous (Triplochiton scleroxylon K. Schum.).
Le attività principali previste sono la valutazione delle caratteristiche fisiche ed estetiche degli assortimenti trattati industrialmente ed a scala di laboratorio, il monitoraggio delle variazioni delle caratteristiche fisiche ed estetiche a seguito dell’esposizione in esterno e in camera per test ambientale. Per seguire puntualmente le attività di ricerca sarà indetta una borsa di studio intitolata a Ennio Dajelli, che per anni ha guidato l’azienda.
È prevista la divulgazione dei risultati della sperimentazione attraverso la pubblicazione su riviste del settore.
Bando Borsa intitolata a Ennio Dajelli Link
Ente finanziatore: 9th Dimension Biotech
Unità di Ricerca
Responsabile scientifico Prof. Eddo Rugini
Partecipanti: Dott. Valerio Cristofori, Dott. Cristian Silvestri
Durata (data di inizio/data di fine) : 01/12/2015 – 01/12/2023
Progetto finalizzato poliennale volto allo studio sulla proteina ricombinante “osmotina” per studiarne il suo effetto ai fini commerciali di ricerca ed eventualmente a fini commerciali . Il DAFNE, a tale scopo, si impegna a mantenere in vitro i germogli di actinidia e olivo e verificarne la presenza del transgene e della sua espressione mediante analisi molecolari e biotecnologiche a fronte di versamento di una quota finanziaria annuale da parte della società 9D. La società americana si impegna a proseguire ricerche a sue spese in campo agronomico e medico in USA e sfruttarne eventualmente i diritti commerciali insieme al DAFNE, sollevando questo ultimo da qualsiasi responsabilità in relazioni ad azioni e diritti avanzati da terzi relativamente al materiale medesimo.
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