Laboratorio di Public History
L’orizzonte culturale e scientifico
La Public History è un campo delle scienze storiche a cui aderiscono storici che svolgono attività
attinenti alla ricerca e alla comunicazione della storia all’esterno degli ambienti accademici nel
settore pubblico come nel privato, con e per diversi pubblici. Le pratiche della Public History
offrono occasioni e strumenti per la comprensione critica dei contesti storici e dei processi in atto,
aiutando ad affrontare la loro complessità e favorendo la coesione sociale.
Essa è anche una nuova disciplina universitaria, presente in diversi atenei (con laboratori, master,
corsi di studio), finalizzata alla formazione dei public historian. Sono public historian anche gli
storici universitari che svolgono attività di terza missione e/o hanno scelto la Public History come
tema di ricerca.
I public historian operano nei luoghi dove la conoscenza della storia si produce, si comunica e si
diffonde: musei, archivi, fondazioni, istituti, associazioni culturali, imprese dell’industria culturale,
dell’editoria e del broadcasting, cinema e web, film documentari e fiction, mostre e percorsi
espositivi, festival di storia e manifestazioni di rievocazione storica, eventi pubblici in occasione di
commemorazioni, commissioni di inchiesta e di arbitrato, campagne di raccolta di fonti orali nelle
imprese e nelle comunità, politiche di intervento culturale, sociale e urbanistico, turismo culturale,
iniziative per il coinvolgimento di giovani e anziani nel recupero di memorie individuali e per
l’emersione di archivi e documenti familiari, lettere e a album fotografici.
L’Associazione Italiana di Public History (AIPH) è nata nel giugno 2016, con il sostegno della
International Federation for Public History (IFPH) e della Giunta Centrale per gli Studi Storici.
Scopo dell’AIPH è favorire lo sviluppo della Public History in Italia attraverso la creazione di
momenti di conoscenza e confronto fra tutti coloro che la praticano, promuovendo l’insegnamento,
la ricerca e la valorizzazione delle migliori esperienze. L’AIPH è la prima in Europa ad aderire alla
(IFPH).
Le attività e i percorsi applicativi
Di recente anche nel nostro Paese il mondo dell’alta formazione universitaria ha iniziato a prestare
una specifica attenzione al campo della Public History per rispondere all’esigenza di formazione di
nuove figure professionali: i public historian. Oltre a competenze storiografiche e sulle metodologie
della ricerca storica, ai public historian si richiedono altre specifiche capacità e competenze.
Operano infatti all’interno di équipe, più o meno complesse, in ambienti spesso tecnologicamente
avanzati, per la produzione di contenuti destinati a un pubblico potenzialmente molto ampio
raggiungibile solo attraverso linguaggi e tecniche appropriate. Affrontano la complessità del
mercato, con le sue potenzialità, i suoi vincoli e i suoi rischi, interagendo con altri soggetti portatori
di interessi diversi: i committenti pubblici e privati, le imprese e i gruppi professionali, i destinatari
della comunicazione, gli altri professionisti e operatori dell’arena pubblica. Puntano alla
partecipazione e al coinvolgimento del pubblico non solo nelle fasi finali di un progetto.
L’opportunità di promuovere un Laboratorio di PH presso l’Università della Tuscia mira a
coinvolgere studenti e giovani laureati, operatori culturali e sociali, in uno spazio di incontro,
confronto e sperimentazione di pratiche di applicazione della PH, nel quadro di uno sviluppo formativo e curriculare che prefiguri profili professionali, con riguardo particolare alle risorse, alle
domande e alle istituzioni presenti nel territorio della Tuscia.
Il progetto intende contribuire a promuovere una molteplicità di attività e di applicazioni
pratiche:
– la conoscenza e le metodologie della ricerca storica presso pubblici diversi;
– la valorizzazione di pratiche ed esperienze che puntano sul coinvolgimento attivo di gruppi e
comunità anche nel mondo digitale;
– la promozione e la valorizzazione di ricerche storiche innovative e di qualità i cui risultati sono
conseguiti anche grazie a metodologie e pratiche di partecipazione che consentano l’emersione di
nuovi documenti;
– la definizione e la condivisione di buone pratiche professionali e accademiche di public history e
di standard per la valutazione della disciplina in Italia;
– la crescita e la formazione di public historian, ovvero di professionisti che operano all’esterno
degli ambienti accademici con competenze professionali nelle metodologie della ricerca storica,
nell’insegnamento e nella comunicazione della storia;
– lo sviluppo della public history come nuova disciplina universitaria;
– il contrasto degli “abusi della storia”, ovvero le pratiche di mistificazione sul passato finalizzate
alla manipolazione dell’opinione pubblica;
– la valorizzazione del patrimonio storico, paesaggistico e archeologico del territorio;
– il ripensamento della storia della Tuscia e della Regione Lazio, in connessione con la storia
nazionale e internazionale del Novecento e gli sviluppi più recenti dell’integrazione europea;
– l’offerta di competenze professionali laddove la storia come sapere critico e le metodologie della
ricerca storica siano necessarie anche per la risoluzione di problemi della vita sociale, culturale ed
economica.
Sono molteplici gli ambiti a cui riferire le attività formative e le sperimentazioni applicative di PH,
riconducibili ad alcuni campi tematici privilegiati:
1. MEMORIA
2. PROFESSIONI
? Lo storico e le istituzioni: dal locale allo spazio euro-mediterraneo
? La divulgazione della storia
3. TERRITORIO: imprese e turismo, paesaggio e ambiente
4. METODOLOGIE, MEDIA E PRODUZIONE DI CONTENUTI DI STORIA
5. NARRAZIONI
Nel progetto si muove da un’avvertita riflessione sul contributo che potrà venire dalle istituzioni
culturali e socio-economiche che operano nel territorio, alcune delle quali possono vantare una
lunga attività di impegno civile nelle comunità locali e di pratiche di storia in pubblico.
Imprescindibili per la Public History risulteranno sia le lezioni degli storici orali – con le riflessioni
sul concetto di “autorità condivisa”, sul valore delle memorie individuali e collettive e sui processi
della loro costruzione – sia quelle della “micro-storia”, che ha innovato profondamente la
storiografia a partire dallo studio di circoscritte realtà locali e comunitarie (ora anche in una chiave
transnazionale). Inoltre, non si può dimenticare l’esperienza peculiare nella gestione e
valorizzazione di un patrimonio storico, artistico, paesaggistico e archeologico che anche nella
Tuscia è di particolare rilevanza. La Public History promuove lo sviluppo economico in settori
strategici, nell’ambito dell’industria e del turismo culturale, operando per la tutela e la
valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico ed ambientale. Nella cornice sempre
più importante dell’Unione Europea, la Public History può inoltre sviluppare la sua vocazione a
confrontarsi con i grandi temi dell’identità dell’Europa nel mondo globale dopo il 1989.
Dal territorio allo spazio euro-mediterraneo
Promosso dal Centro Studi Europei e Internazionali (CSEI, https://centrostudicsei.wordpress.com/)
dell’Università degli Studi della Tuscia, il Laboratorio di PH potrà interagire fecondamente con
altre esperienze fatte proprie dall’ateneo, come il neonato Punto di Informazione “Missione
Europa”. Esso potrà inoltre contribuire alle attività che coniugano “terza missione” e
“internazionalizzazione” dei Corsi di Studio, quale la Summer School in Studi Europei e
Internazionali, condivisa con il Comune di Sutri e l’Università Costa Azzurra di Nizza.
Il Laboratorio di PH intende creare occasioni di confronto e di riflessione fra chi opera e lavora
con e sul passato sui modi in cui la storia è presente nella società e nella comunità, mettendo in
relazione l’università con la città e il territorio della Tuscia, attraverso l’offerta di percorsi formativi
e l’apprendistato di competenze professionali, anche tramite applicazioni pratiche interattive.
Per svolgere le molteplici attività indicate e privilegiare attraverso pratiche applicative i percorsi
tematici che risulteranno più congeniali alle vocazioni e alle domande del territorio, è opportuno
poter disporre presso S. Maria in Gradi di uno spazio apposito, attrezzato dal punto di vista
tecnologico ed in grado di accogliere gruppi di lavoro e incontri di natura didattica e seminariale:
per laureandi e neo-laureati, studenti delle scuole superiori, operatori e professionisti del territorio.
La partecipazione a cicli strutturati di incontri e applicazioni pratiche dovrà comportare il
riconoscimento di attestati e cfu commisurati all’impegno richiesto.
Collocandosi l’Università della Tuscia tra i primi atenei a dotarsi in Italia di un Laboratorio di
PH, esso prevede infine una feconda collaborazione interdisciplinare e dipartimentale, a sostegno e
come campo applicativo di diversi corsi di laurea di carattere sia umanistico sia sociale e
tecnologico.
Il Laboratorio, dotato di un comitato e di un direttore scientifico, dovrà avere un coordinatore,
indicato dal DEIM, in grado di mettere a frutto le diverse attività e di svolgere una continua
informazione e promozione tramite un portale apposito, collocato nel sito Unitus.
Viterbo, 6 giugno 2022
La sede è presso il complesso di S. Maria in Gradi, 4, piano terra, spazio espositivo.
Direttore: Prof. Maurizio Ridolfi
Componenti: prof. Sante Cruciani, dr. Roberto Colozza, dott.ssa Agnese Bertolotti,
dott. Raffaello Ares Doro, dott.ssa Maria Paola Del Rossi.
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